La previsione più bullish stilata dall’analista di BMO. Goldman Sachs ci va piano, mentre c’è chi lancia l’attenti.
Wall Street apre il quarto trimestre del 2024 con i piedi di piombo, ma forte dei recenti rialzi, che hanno portato lo S&P 500 a balzare ieri, ultima seduta del terzo trimestre dell’anno, a un nuovo valore record di chiusura, in rally dall’inizio dell’anno del 20,8%, a quota 5.762,48 punti.
Si tratta, fanno notare gli analisti di Bespoke Investment Group, del guadagno YTD più forte dal 1997, nel pieno della bolla dot-com, che il listino benchmark dell’azionario Usa ha riportato nei primi tre trimestri dell’anno.
Non solo: Ryan Detrick di Carson Group ha messo in evidenza che, dai dati che risalgono al 1950, emerge che i guadagni archiviati dallo S&P 500 in questi ultimi nove mesi sono stati i più imponenti messi mai a segno tra tutti quelli riportati negli anni in cui si sono tenute le elezioni presidenziali degli Stati Uniti.
Un ottimo risultato, se si considerano i timori sull’avvento di una recessione economica negli States che sono stati più volte manifestati negli ultimi mesi sia dalla comunità degli investitori, che da vari strategist ed economisti. Timori che sono stati tuttavia puntualmente spazzati dai buy che si sono riversati sull’azionario americano, come dimostra anche la performance degli indici Nasdaq Composite e Dow Jones, che dall’inizio del 2024 hanno guadagnato rispettivamente il 21,2% e il 12,3%.
Con le contrattazioni del quarto trimestre del 2024 che prendono il via oggi, martedì 1° ottobre, la domanda, tuttavia, è d’obbligo: Wall Street riuscirà a stappare lo spumante alla fine del 2024?
Un’ottima notizia, che riguarda il trend di medio termine dello S&P 500, è arrivata da un’analisi stilata da FactSet, che prevede per l’indice S&P 500 un balzo superiore al 9% nell’arco dei prossimi 12 mesi.
Al podio delle stime più bullish compare per ora Brian Belski, responsabile strategist degli investimenti di BMO, che ha annunciato qualche giorno fa di aver rivisto al rialzo l’obiettivo di fine anno per lo S&P 500, alzandolo di ben 500 punti, e portandolo a quota 6.100 punti.
Belski ha motivato il suo upgrade con la solidità sorprendente dei guadagni che Wall Street continua a riportare.
Pur mostrandosi fiducioso nella capacità dello S&P 500 di raggiungere quota 6000 - identificando nella soglia psicologica il target price a 12 mesi per il listino azionario - David Kostin, responsabile della divisione dell’azionario Usa di Goldman Sachs , ha confermato invece in una nota recente il target di fine anno di 5.600 punti, in quanto a suo avviso l’azionario Usa avrebbe già prezzato sia la crescita degli utili della Corporate America che la stagione positiva degli utili trimestrali.
Occhio inoltre alle previsioni sfornate da Barry Bannister, responsabile strategist del mercato azionario di Stifel, che ha avvertito che l’indice S&P 500 potrebbe fare dietrofront tornando ai valori più vicini alla soglia di 5000 punti e che ha paventato una correzione tecnica per il listino, ovvero una discesa fino a un livello inferiore rispetto ai massimi di almeno il 10%.
A dire l’ultima parola saranno a questo punto sia la Fed che, stando alle parole proferite dallo stesso presidente Jerome Powell «non segue un percorso prestabilito» sui tassi, (così come d’altronde anche la Bce di Christine Lagarde), che l’esito delle elezioni presidenziali Usa.
Attenzione intanto al balzo dell’indice della volatilità CBOE Volatility Index (VIX), noto anche come indice della paura, salito oggi al di sopra della soglia di 20 punti.
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