Mattia Prando
Gennaio 2019
Outlook mercati: i rialzi delle Borse non devono causare eccessivo entusiasmo
Volatilità e tempo: questi gli ingredienti segreti suggeriti da un trader di successo come Giovanni Lapidari in questa fase di mercato
L’S&P 500 è l’indice di riferimento del New York Stock Exchange, il mercato azionario più grande al mondo.
L’indice S&P 500 replica la performance dei titoli emessi dalle maggiori 500 società quotate a Wall Street ed è considerato un benchmark affidabile delle performance azionarie di tutti gli Stati Uniti. A livello accademico è usato come proxy del cosiddetto “portafoglio di mercato”, ovvero il più diversificato fra tutti i panieri possibili. La valuta di riferimento dell’indice S&P 500 è il dollaro statunitense.
Ad oggi il valore massimo assoluto dell’indice S&P 500 è stato raggiunto il 26 gennaio 2018 a 2.872,8701 punti. Il minimo assoluto dell’indice è stato raggiungo nel giugno del 1932 a 4,40 punti, va tuttavia segnalato come il minimo da quando nel 1957 il paniere ha assunto il nome di S&P 500 è stato registrato è stato registrato nell’ottobre 1957 a 38,98 punti.
L’indice S&P 500 è un paniere ponderato per la capitalizzazione di mercato dei propri componenti azionari, pertanto il peso attribuito a ciascuna azienda è direttamente proporzionale al suo valore di mercato. È stato calcolato per la prima dalla società Standard & Poor’s nel 1957. Oggi l’indice S&P 500 continua ad essere gestito da S&P Dow Jones Indices, una divisione della S&P Global.
L’indice S&P 500 è un benchmark “price return”, ovvero nel calcolo delle quotazioni non vengono inclusi i dividendi distribuiti alle società che lo compongono. Esistono anche le versioni «total return» e «net total return» dell’indice. La prima riflette gli effetti del reinvestimento dei dividendi nell’indice. La seconda incorpora gli effetti del reinvestimento dei dividendi dopo la detrazione della ritenuta alla fonte.
L’indice S&P 500 è il principale benchmark seguito da trader e gestori per monitorare lo stato di salute del mercato azionario globale e per calibrare le proprie strategie. Fra gli strumenti finanziari più utilizzati che replicano le performance dell’S&P 500 troviamo sia strumenti derivati che fondi passivi.
Il primo future sull’S&P 500 è stato introdotto nel 1982 e viene usato dagli operatori per effettuare coperture sul mercato Usa. Viene contrattato al CME, acronimo di Chicago Mercantile Exchange. Fra gli strumenti passivi il più noto è lo SPDR S&P 500, il più grande ETF al mondo con oltre 250 miliardi di dollari di asset netti.
Le componenti azionarie dell’indice S&P 500 vengono selezionate da un comitato di esperti, lo Standard and Poor’s Index Committee. Tale comitato analizza ben 8 requisiti di eleggibilità per ciascuna società; fra questi otto i più importanti riguardano la capitalizzazione di mercato (deve essere inderogabilmente maggiore od uguale a 6,1 miliardi di $), il valore annuale in dollari scambiato sulla capitalizzazione di mercato corretta per il flottante deve essere superiore a 1 e, infine, il volume mensile medio di trading sul titolo deve essere superiore a 250.000 azioni per ognuno dei sei mesi che precedono la data di valutazione.
L’indice S&P 500 include tutti i titoli delle 30 società appartenenti al Dow Jones Industrial Average, più altri 470. Tra le 470 società addizionali vi sono nomi altisonanti della corporate statunitense appartenenti ai settori più eterogenei. Fra le principali azioni vi sono Apple, Google, Oracle, Qualcomm, Bank of America, PepsiCo, Berkshire Hathaway del guru Warren Buffet solo per citarne alcune.
La società Standard & Poor’s è nata ufficialmente nel 1941 in seguito alla fusione fra la Poor’s Publishing, fondata nel 1860 da Henry Varnum Poor, e Standard Statistics, fondata nel 1906 come Standard Statistics Bureau.
Esistono versioni precedenti al 1957 dell’S&P 500. Nel 1923 l’S&P 500 era conosciuto come “Composite Index” e dal 1926 il benchmark replicava l’andamento di circa 90 società quotate negli Stati Uniti. Nel giugno i mesi del 1932, all’apice della crisi finanziaria scoppiata nel 1929, il paniere ha toccato il suo valore più basso in assoluto a 4,40 punti. Dal 1957 è stata introdotta la versione dell’indice come la conosciamo oggi.
*I dati intraday e in tempo reale sono tratti dalle quotazioni di prodotti OTC.
S&P 500
Simbolo
-
ISIN
-%
Var. %
5738,17
Chiusura precedente
4117,37
Minimo (52 sett.)
5745,37
Massimo (52 sett.)
Ultime news S&P 500
17/09/2024 - 13:36
Perché il rally dell’S&P 500 ha vita breve (e cosa aspettarsi)13/09/2024 - 12:19
Una nuova crisi finanziaria è in arrivo? Attenzione a questi fattori10/09/2024 - 13:18
Azioni in saldo, ma conviene davvero comprare ora?4/09/2024 - 15:09
L’S&P 500 potrebbe crollare con il primo taglio dei tassi Fed?30/08/2024 - 10:19
Mercato azionario, le previsioni per settembre 2024Approfondimenti S&P 500
Mattia Prando
Gennaio 2019
Volatilità e tempo: questi gli ingredienti segreti suggeriti da un trader di successo come Giovanni Lapidari in questa fase di mercato
Alessio Trappolini
Gennaio 2019
Alfonso Maglio, Head of research department di Marzotto Investment House, vede nei livelli raggiunti dall’indice americano uno scarso margine di repricing dei rischi
Ufficio Studi Money.it
Gennaio 2019
L’abbassamento delle stime di crescita mondiale da parte del FMI mette sul tavolo nuovi timori per gli operatori, dopo un 2019 iniziato sull’onda della positività. Tra i titoli più interessanti per oggi abbiamo selezionato IBM, Procter&Gamble e Texas Instruments
Ufficio Studi Money.it
Gennaio 2019
I fattori macroeconomici interni e la guerra dei dazi hanno penalizzato la superpotenza asiatica. Gli indici azionari non hanno fatto eccezione, chiudendo il 2018 con pesanti perdite
Ufficio Studi Money.it
Gennaio 2019
I corsi dell’S&P 500 ieri hanno archiviato la decima seduta consecutiva con open maggiore del close. Per l’ultima sessione di contrattazione dell’ottava, abbiamo individuato occasioni operative interessanti su CarMax, Tesla e Nektar Therapeutics
Luca Fiore
Gennaio 2019
Minimi da due anni per il fatturato trimestrale di Citigroup. Il calo del giro d’affari del reddito fisso e minori utili da trading pesano sui conti del quarto trimestre della banca newyorkese. Domani sarà la volta di JPMorgan Chase e Wells Fargo.
C. G.
Gennaio 2019
Perché quello attuale potrebbe essere il momento perfetto per comprare: la parola a Blackstone
Ufficio Studi Money.it
Gennaio 2019
Il recente recupero delle quotazioni del principale indice azionario Usa potrebbero far pensare che il forte down trend partito dai massimi assoluti sia solo un ampio movimento correttivo della tendenza rialzista di lungo corso. Alcune indicazioni fornite dall’oscillatore RSI e dalle bande di Bollinger fanno pensare ad un proseguimento del rialzo. Vediamoli nel dettaglio
Alessandro Venuti
Gennaio 2019
Il fondatore di Oracle, Larry Ellison, ha rivelato una partecipazione in Tesla del valore di circa 1 miliardo di dollari. Ora è il secondo maggiore azionista dopo il numero uno della società, Elon Musk
Ufficio Studi Money.it
Gennaio 2019
Da quanto emerso dall’analisi delle serie storiche di S&P 500 e FTSE Mib, dal 1929 ad oggi gli anni che finiscono con il numero 9 hanno un’ottima probabilità di terminare col segno più