Nonostante le paure ed i timori della scorsa settimana, l’S&P500 inizia la settimana positivamente. Ha senso quindi alimentare la propria posizione sugli USA? In realtà ci sono dati contrastanti.
I dati intraday e in tempo reale del Grafico S&P 500 sono tratti dalle quotazioni di prodotti OTC.
Dopo aver chiuso la peggiore settimana degli ultimi 18 mesi, con una perdita complessiva del 4,2%, l’S&P 500 ha registrato un guadagno dell’1,2% nella giornata di lunedì, segno che la fiducia potrebbe tornare a crescere.
Un sentiment in contrapposizione netta con quello della scorsa settimana: la debolezza culminata nella svendita di venerdì, con un calo dell’1,7%, è stata innescata dai dati sull’occupazione che, pur risultando debole, non ha offerto abbastanza stimoli per spingere la Fed a intervenire in modo più aggressivo sui tassi di interesse, come molti investitori speravano.
Di fronte a queste evidenze, possiamo dire che il peggio è passato?
Quali sono le prospettive attuali per il mercato?
Nonostante i segnali positivi di oggi, ci sono ancora molte incognite che rendono difficile prevedere con sicurezza una ripresa stabile. Settembre, storicamente, non è un mese particolarmente favorevole per il mercato azionario, e i recenti movimenti sembrano essere guidati più dall’incertezza che da un vero e proprio ottimismo. Un esempio chiaro è l’impennata del VIX, l’indice di volatilità, che la scorsa settimana ha raggiunto livelli preoccupanti, indicando che gli investitori temono ancora turbolenze nei mercati.
Questa incertezza deriva in gran parte dalla mancanza di chiarezza sulle prossime mosse economiche. Molto dipenderà dall’andamento dei dati, in particolare dall’indice dei prezzi al consumo (CPI), atteso per mercoledì. Se i dati sull’inflazione mostrassero segnali di rallentamento, le probabilità di un taglio più aggressivo dei tassi da parte della Federal Reserve potrebbero aumentare, favorendo una ripresa più solida dei mercati azionari. Al contrario, se l’inflazione dovesse rimanere elevata, la Fed potrebbe adottare una linea più restrittiva, mettendo un freno all’ottimismo dei mercati.
S&P500, uno guardo al grafico
Dal punto di vista tecnico, l’S&P 500 si trova in una situazione delicata. La perdita della scorsa settimana ha spinto l’indice al di sotto di alcuni livelli di supporto chiave, mettendo a rischio un ulteriore calo se non verranno presto recuperati. In particolare, preoccupa il fatto che il calo sia iniziato poco al di sotto della resistenza dei 5800 punti, che rappresenta il massimo storico per l’indice. Questo potrebbe configurare uno scenario ribassista, interrompendo la lunga serie di conferme tecniche rialziste degli ultimi anni.
Un indicatore utile per analizzare meglio il trend è l’RSI (Relative Strength Index): data l’incertezza attuale, l’S&P 500 potrebbe muoversi lateralmente, e in questi momenti l’RSI può essere uno strumento efficace per individuare potenziali inversioni tecniche.
Un’evidenza simile si riscontra anche negli altri principali indici di borsa, come il Nasdaq e il Dow Jones, entrambi in una fase laterale. In particolare, i titoli tecnologici mostrano alternanza tra forti ribassi e improvvisi rialzi, riflettendo pienamente l’incertezza che caratterizza questo momento storico.
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