Dal 1° gennaio 2025 i proprietari di casa potrebbero pagare di più questa tassa

Patrizia Del Pidio

12 Ottobre 2024 - 11:16

Le aliquote Imu dal 1° gennaio 2025 saranno determinate in un modo diverso dai Comuni e questo potrebbe incidere anche sull’imposta stessa. Cosa cambia per i proprietari?

Dal 1° gennaio 2025 i proprietari di casa potrebbero pagare di più questa tassa

Dal 1° gennaio 2025 per i proprietari di case una tassa in particolare potrebbe aumentare perché è stata modificata, rispetto a oggi, la modalità in cui viene determinata.

In realtà non si tratta di una tassa, bensì di un’imposta, ma nel linguaggio colloquiale italiano si è portati ad usare le due definizioni come sinonimi, anche se non lo sono. Una tassa, infatti, serve a finanziare un determinato servizio di cui il cittadino fruisce (la Tari per la raccolta rifiuti o la Tosap per l’occupazione del suolo publico, mentre un’imposta non finanzia un servizio preciso (esempi di imposta sono l’Irpef, l’Iva e l’Irpap).

L’imposta che il prossimo anno subisce delle modifiche è l’Imu, per la quale è stata prevista una nuova determinazione delle aliquote per calcolare le imposte sulla casa. La modifica parte dal 1° gennaio 2025 e, pertanto, interesserà il versamento dell’imposta dal prossimo anno. Le aliquote Imu saranno determinate in base a un nuovo sistema il quale si fonda su fattispecie (ridotte a 128) che dovranno essere individuate dalle singole amministrazioni (ma sempre attingendo da quelle predeterminate da un decreto del Mef).

La semplificazione è a vantaggio dei Comuni che potranno stabilire quanto i proprietari di casa dovranno versare di Imu.

Nuova Imu 2025, si pagherà di più?

La novità è stata introdotta da Giovanni Spalletta, direttore generale del Ministero dell’Economia. Spalletta sta conducendo una indagine per comprendere se la sicurezza delle banche dati dell’Anagrafe tributaria vada a tutelare la sicurezza dei dati dei contribuenti.

Per quel che riguarda l’Imu la strada che si sta percorrendo è quella che permette di giungere a un adempimento guidato dell’imposta grazie a una applicazione informatica.

La determinazione e il versamento saranno possibili grazie a tutti gli elementi che l’amministrazione tributaria e le altre amministrazioni già conoscono a cui si possono aggiungere anche altri elementi di informazione.

Il Comune, in ogni caso, potrà esercitare il suo diritto a regolamentare l’Imu entro un preciso perimetro (nel rispetto, in ogni caso, del rispetto dei principi costituzionali) e allo stesso tempo i contribuenti avranno a disposizione un supporto per il pagamento dell’imposta.

Imu oggi e domani

Al momento l’Imu, in base a quello che prevede la legge nazionale, prevede delle aliquote standard per ogni fattispecie di immobile che il Comune può aumentare o diminuire entro determinati margini (stabiliti dalla stessa legge che fissa le aliquote standard). Ogni Comune, ogni anno, poi fissa le proprie aliquote con la pubblicazione delle delibere del Consiglio Comunale.

Dal 2025, invece, i Comuni potranno scegliere tra 128 diverse voci (diminuite rispetto alle 250.000 circa previste prima) per adattare la tassazione degli immobili alle specifiche esigenze locali (sempre entro i limiti stabiliti a livello nazionale). A stabilire le categorie di immobili tra cui l’ente locale potrà scegliere sarà una decreto del Mef: in questo modo si vuole rendere il quadro normativo maggiormente uniforme e, al tempo stesso, limitare le decisione dei Comuni.

L’applicativo, a disposizione in via sperimentale da diverso tempo, entrerà in vigore per la determinazione delle aliquote solo a partire dal 2025.

Quali sono le fattispecie Imu?

Il decreto 7 luglio 2023, che introdusse la novità, individuava le seguenti fattispecie:

  • abitazione principale di categoria catastale A/1, A/8 e A/9;
  • fabbricati rurali ad uso strumentale;
  • fabbricati appartenenti al gruppo catastale D;
  • terreni agricoli;
  • aree fabbricabili;
  • altri fabbricati (fabbricati diversi dall’abitazione principale e dai fabbricati appartenenti al gruppo catastale D).

In base alla propria autonomia, poi, il Comune ha la facoltà di introdurre altre differenziazioni per ciascuna delle fattispecie (in base alle condizioni elencate nell’Allegato A dello stesso decreto).

La determinazione delle aliquote da parte dei Comuni ha valore solo per l’anno di riferimento a patto che il prospetto sia pubblicato entro il 28 ottobre dello stesso anno sul sito del Mef.

Imu 2025, le nuove tipologie immobiliari

La novità più importante che è stata introdotta sull’Imu riguarda le 128 tipologie di immobili che saranno assoggetti all’imposta. L’allegato A del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) del 6 settembre 2024 contiene l’elenco dei tutte le fattispecie previste dal 1° gennaio 2025. Le categorie individuate comprendono diverse tipologie di immobili da dividere per destinazione d’uso. Tra queste troviamo:

  • immobili residenziali;
  • immobili commerciali;
  • immobili per la produzione di energia (centrali elettriche o impianti fotovoltaici);
  • immobili destinati a scopi pubblici e sociali (scuole, ospedali, strutture sanitarie ed edifici comunali, per esempio).

Il margine di flessibilità concesso alle amministrazioni comunali si dovrà muovere all’interno delle categorie stabilite per la modifica delle aliquote Imu.

Il rischio di aumento dell’Imu e concreto?

Il timore che l’introduzione di questa novità genera è che i Comuni nella loro, seppur ridotta, autonomia, possano voler far cassa sulle spalle dei proprietari immobiliari. Si tratta, a nostro avviso, di un timore che non ha fondamento, visto che anche oggi gli enti locali che volevano calcare la mano con la riscossione dell’Imu potevano farlo entro determinati margini.

Non è escluso che in alcune realtà l’Imu potrebbe aumentare rispetto a oggi, o che l’aumento, invece, che generalizzato possa coinvolgere solo qualcuna delle fattispecie immobiliari.

Va considerato che anche con il nuovo sistema di determinazione l’autonomia decisionale dei Comuni è arginata da disposizioni a carattere nazionale e, quindi, non può accadere in nessun caso che si applichi un’aliquota più alta di quello che a livello nazionale è consentito.

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