Mettere nero su bianco una serie di privatizzazioni quando in Europa si tornerà a parlare di rigore e di austerità, porta a un serio rischio autogol di fronte a Bruxelles.
20 miliardi di euro di privatizzazioni dal 2024 al 2026: la strategia che il governo Meloni intende promuovere per reperire risorse volte a coprire una manovra economica attuale di respiro tutt’altro che ampio e politiche destinate a entrare in vigore quando si rischierà nuovamente la scure del Patto di Stabilità europeo impone al Paese rischi di ampia natura. E pone il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti di fronte a un duplice rischio di fallimento.
Un piano complesso
Da un lato, è difficile toccare quota 20 miliardi di euro di entrate privatizzando ciò che la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef) indica come passabile dal pubblico al privato: la Nadef di Giorgetti parla infatti di promuovere dismissioni di partecipazioni societarie a termine come Monte dei Paschi di Siena e di partecipazioni che non pregiudicherebbero un’opportuna ‘‘coerenza e unitarietà di indirizzo strategico’’. Dall’altro, andare oltre questa soglia significherebbe, trent’anni dopo l’ondata del 1993, tornare a toccare i gioielli di famiglia. [...]
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