Vediamo alcuni bond sovrani del MEF di quest’anno che nel complesso si sono comportati molto bene sul mercato dei titoli di Stato
Nessun prodotto di investimento è per sempre e non tutti i tempi sono adatti a fare sempre le stesse scelte. Facciamo un esempio.
Tra gli anni Ottanta e i Novanta i buoni fruttiferi e i BTP a 30 anni avevano tassi di interesse oggi impensabili. Non erano generosi gli emittenti, ma era l’inflazione del tempo che dettava le regole. Poi il carovita è crollato e chi aveva sottoscritto quei prodotti ha fatto piccole fortune.
Vediamo allora quali titoli del Tesoro di quest’anno si sono rivelati, diciamo così, più “azzeccati”, cioè più graditi dal mercato.
Tra i vari emessi, ecco 5 titoli di Stato del 2024 che ad oggi hanno regalato gioie e soddisfazioni ai risparmiatori.
Il Buono Ordinario del Tesoro ha ancora rendimenti positivi
Un primo bond che menzioniamo è il BOT, l’obbligazione di brevissima durata che da 3 anni circa è tornata su rendimenti positivi.
Nell’era pre-Covid, quando il costo del denaro era nullo, il BOT offriva rendimenti nulli o negativi proprio. Quanto al 2024, invece, ecco qual è stato il rendimento medio dei primi 11 mesi dell’anno (fonte: Banca d’Italia):
- gennaio: 3,632%;
- febbraio: 3,670%;
- marzo: 3,711%;
- aprile: 3,682%;
- maggio: 3,659%;
- giugno: 3,577%;
- luglio: 3,487%;
- agosto: 3,251%;
- settembre: 3,139%;
- ottobre: 2,965%;
- novembre: 2,792%.
Per il mese di dicembre dovremo attendere i dati ufficiali ai primi di gennaio, ma il trend attuale sembra chiaro e palese a tutti: è in discesa. Più in generale, titoli come il BOT fanno gola a chi ha grossi capitali da parcheggiare e far fruttare a breve termine e ricerca la massima liquidità dello strumento e l’alta garanzia sul capitale.
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Le due serie del BTP Valore in scadenza nel 2030
A seguire ecco le due nuove serie di BTP Valore emesse ai primissimi di marzo (attuale ISIN: IT0005583486) e ai primi di maggio (attuale ISIN: IT0005594483) 2024. In entrambi i casi la durata è di 6 anni, per cui il rimborso avverrà nel 2030. I due bond della stessa famiglia emessi nel 2023 hanno invece durate a 4 e 5 anni.
Anche i BTP Valore 2024 hanno una struttura cedolare fissa e crescente, con il tasso nominale annuo del 1° triennio inferiore a quello del 2°. Nello specifico, il 3,25% per il 1°, 2° e 3° anno e il 4,00% per il 4°, 5° e 6° anno per il marzo 2030, e il 3,35% annuo per il 1° triennio e il 3,90% per il 2° per l’altro BTP.
A scadenza poi arriverà il premio fedeltà finale (0,7% per il marzo 2030, 0,8% per l’altro) solo per i sottoscrittori della prima ora delle rispettive obbligazioni. Infine ecco le loro attuali quotazioni, pari a 102,94 centesimi per il Mz30 e a 102,89 per il Mg30. In pratica chi li rivendesse oggi porterebbe a casa un altro 2,5% circa netto di capital gain oltre alle cedole finora incassate.
Insomma, per il classico, tranquillo cassettista di medio termine anche i due nuovi BTP Valore si sono rivelati (ad oggi) abbastanza soddisfacenti.
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5 titoli di Stato del 2024 che ad oggi hanno regalato gioie e soddisfazioni ai risparmiatori
Infine citiamo due BTP lunghi del 2024 che ad oggi hanno fatto la gioia degli investitori più attivi in obbligazioni sovrane, traders in bond inclusi. Stiamo parlando del BTP Green Fx 4.05% giunto in primavera e in scadenza nell’ottobre 2037, e il BTP Fx 4.3% emesso a settembre e con data rimborso il 1° ottobre 2054.
Si tratta di due obbligazioni con tratti in comune tipo la lunga durata, la ricca cedola nominale annua, le elevate attuali duration. Quest’ultima, in particolare, è del 16,4 per il trentennale e del 9,8 per il Green. Morale, sono titoli dagli andamenti relativamente marcati sul mercato secondario, il MOT, che presuppongono alta propensione al rischio nell’investitore che vi approccia.
Oggi il BTP Green Fx 4.05% passa di mano a 104,60, ma vanta già un min-max annuo pari a, rispettivamente, 97,60 e 107,93.
Ancora meglio, o peggio a seconda dei casi, ha fatto il trentennale in soli 3 mesi. Al momento il BTP Fx 4.3% prezza 103,08 centesimi, ma finora ha già segnato un minimo e un massimo annuo pari a, nell’ordine, 97,73 e 109,13.
Per chi ama il rischio mercato, il piatto è servito!
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