Il debito aziendale, vicino al default per oltre mezzo trilione di dollari, si sta abbattendo sull’economia globale. Ma non ci sarà una nuova crisi stile Lehman Brothers.
I timori di una crisi del credito sono diminuiti. Ma un’ondata di fallimenti aziendali si sta abbattendo a livello globale, con l’era del denaro facile ormai giunta al termine.
Il conteggio di società fallite, secondo i dati raccolti da Bloomberg, è tutt’altro che definitivo. E questo sta aggravando le preoccupazioni a Wall Street, minacciando di rallentare la crescita economica e mettendo a dura prova i mercati del credito high yield, appena usciti dalle perdite più gravi degli ultimi decenni, dovuti alla crisi del Covid-19.
Il debito aziendale in circolazione si è gonfiato enormemente durante un’epoca di denaro insolitamente a buon mercato. Dal record negativo del decennale tedesco a -0,33% del gennaio 2019 fino al -0,06% del Bund 10y del marzo 2022, l’intera curva dei rendimenti della Germania giaceva sotto lo zero in territorio negativo. Ora, con l’aumento dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali innescatosi a partire dall’anno scorso e con l’intenzione di mantenerli più a lungo di quanto quasi tutti gli analisti a Wall Street si aspettassero, il fardello del default di corporate bond sta diventando più pesante. Attraverso il potente database Bloomberg si possono estrapolare, alla data del 30.6.2023, il totale delle obbligazioni e dei prestiti societari in circolazione scambiati a livelli di sofferenza (in inglese “distressed”) che supera i 600 miliardi di dollari. [...]
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