75 miliardi di euro per le politiche di coesione in Italia

Niccolò Ellena

20/07/2022

Siglato l’Accordo di Partenariato con l’UE per contribuire a fare un paese più intelligente, verde, connesso, inclusivo e vicino ai cittadini

75 miliardi di euro per le politiche di coesione in Italia

Con la firma dell’Accordo di Partenariato viene delineata la strategia delle politiche di coesione da adottare nei prossimi anni in Italia, precisamente nel periodo 2021-2027.

Dei 43 miliardi di euro in arrivo sotto forma di fondi strutturali europei, 32 verranno destinati alla zona del “Mezzogiorno”.

A questi 43 miliardi di euro se ne aggiungono altri 32 di risorse nazionali, portando così l’ammontare a 75 miliardi.

Nella storia dell’Italia non si erano mai viste prima delle somme tanto ingenti per promuovere la coesione territoriale: in particolare, 43 miliardi di euro rappresenta una somma del 22% più alta rispetto a quella ottenuta nel corso dell’ultimo ciclo di programmazione; lo stesso vale per le risorse nazionali, aumentate del 6% rispetto all’ultima volta.

Elisa Ferreira Elisa Ferreira Così la Commissaria europea per la Coesione e le Riforme ha salutato la firma dell'Accordo di Partenariato con la Ministra italiana Mara Carfagna

Mara Carfagna, Ministro per il Sud e per la Coesione territoriale, ha spiegato che queste risorse andranno ad aggiungersi a quelle del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Fondo Nazionale per lo Sviluppo e la Coesione.

L’Accordo di Partenariato è stato siglato a Roma, alla presenza della Commissaria europea per la Coesione e le Riforme Elisa Ferreira.

Quali novità nei Piani Nazionali

Oltre alle questioni economiche, l’accordo presenta anche altre novità: è infatti stato inserito il Piano Nazionale per la Salute ed è stato esteso il Piano Nazionale Metro, riservato alle città del Mezzogiorno, per la riqualificazione delle periferie, le assunzioni di nuove professionalità nell’ambito della pubblica amministrazione, per la transizione ecologica e quella digitale.

Il Ministro ha poi comunicato la decisione di affidare all’Agenzia per la Coesione Territoriale i poteri di affiancamento ed anche di sostituzione degli enti che per qualunque ragione dovessero risultare inadempienti, così da avere la certezza di poter sfruttare a pieno il potenziale di questa occasione, ossia quella di avere a disposizione i fondi del PNRR e quelli del nuovo ciclo di programmazione.

Oltre ai due Piani Nazionali appena menzionati, il territorio italiano sarà interessato anche da altri Piani, ossia quelli di Scuola e competenze; Ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale; Sicurezza per la legalità; Inclusione e lotta alla povertà; Giovani, donne e lavoro; Cultura; Capacità per la coesione; e Just Transition Fund.

Quali sono i 5 obiettivi strategici europei

Questi Piani Nazionali verranno utilizzati insieme ai fondi disponibili al fine di raggiungere i cinque obiettivi strategici elencati nell’accordo che sono: contribuire a rendere l’Europa più intelligente; più connessa; più verde; più sociale e inclusiva; e più vicina ai cittadini. Per riuscire a fare ciò è però necessario che i Paesi membri dell’Unione lavorino sulle loro criticità interne, che è necessario superare per svilupparsi ulteriormente.

Per soddisfare il primo obiettivo, ossia quello di rendere l’Europa più intelligente, è fondamentale per l’Italia superare alcune sfide quali un’insufficiente spesa in Ricerca & Sviluppo; i livelli ancora arretrati di digitalizzazione nelle imprese e nella pubblica amministrazione; e una bassa quota di ricercatori impiegati e di occupati nel comparto dell’alta tecnologia.

Questi problemi risultano particolarmente accentuati nelle regioni meridionali, dove la situazione è aggravata anche dalla migrazione di giovani laureati.

Per raggiungere l’obiettivo di rendere l’Europa più verde, l’Italia è chiamata ad affrontare numerose sfide anche in questo settore, tra cui il combattimento del cambiamento climatico, la disponibilità e qualità delle risorse idriche, la salvaguardia della biodiversità e la difesa del paesaggio.

Sul piano energetico, è necessario ridurre i consumi, migliorare l’efficienza, sviluppare le energie rinnovabili, ridurre le emissioni di gas che modificano il clima e modernizzare le reti energetiche per aumentarne l’efficienza.

L’elevata esposizione del Paese ai rischi naturali impone di intervenire sulla messa in sicurezza del territorio e sulla mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici, preservando anche il patrimonio culturale, fiore all’occhiello del Paese.

Per quanto riguarda l’obiettivo di rendere l’Europa più connessa, L’Italia sconta ancora un divario nelle infrastrutture di trasporto rispetto ai principali partner dell’Unione Europea, come dimostra il numero inferiore di passeggeri trasportati su rotaia in rapporto alla popolazione residente. Tale divario è ulteriormente accentuato tra il Nord e il Sud del Paese, dove la presenza di tratte ferroviarie elettrificate è molto scarsa.

Nell’ambito dell’Europa più sociale e inclusiva è necessario combattere grazie ai fondi il divario nei diritti sociali che si è accentuato maggiormente dall’inizio della pandemia, cercando perciò di garantire il lavoro, l’istruzione di base, la protezione sociale e la cultura.

Per rendere l’Europa un luogo più vicino ai cittadini, le principali sfide dell’Italia sono la partecipazione di giovani e donne al mercato del lavoro; la prevenzione e il contrasto dell’abbandono scolastico; l’innalzamento del livello di istruzione terziaria; il rafforzamento delle competenze; il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, in particolare dei minori; e la resilienza del sistema sanitario.

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