L’8 marzo è la Giornata internazionale delle donne non una festa. Oggi si ricorda la lunga lotta per l’uguaglianza di genere, che ancora non è stata raggiunta. Ecco le origini e il significato.
L’8 marzo non regalateci le solite mimose, non fateci gli auguri, perché non esiste alcuna Festa della donna.
L’8 marzo è la Giornata internazionale dei diritti delle donne e come tale, questa giornata è dedicata alla rivendicazione e alla lunga e faticosa lotta per raggiungere la parità di genere. Un giorno che va celebrato, ma certamente non festeggiato, dato che in Italia il diritto all’aborto e altri diritti delle donne sono costantemente minacciati.
Questa ricorrenza, di portata globale, è nata per ricordare le lotte per l’uguaglianza di genere, i diritti conquistati e quelli ancora da ottenere. Non si tratta di una semplice occasione per festeggiare, ma di un momento di riflessione sulla condizione femminile nel mondo.
Le giornate internazionali vengono istituite per mantenere vivo il ricordo di eventi significativi, con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere il cambiamento. Sebbene sia diventata un’abitudine consolidata regalare mimose o fare gli auguri, è essenziale non perdere di vista il vero significato dell’8 marzo.
In un contesto in cui la discriminazione di genere è ancora diffusa in molti ambiti, è importante comprendere il valore storico di questa giornata e le sue reali origini. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.
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8 marzo, le vere origini della Giornata internazionale della donna
Molti associano l’8 marzo a un incendio che avrebbe coinvolto numerose lavoratrici negli Stati Uniti, in particolare quello della fabbrica Triangle Shirtwaist Company, avvenuto a New York il 25 marzo 1911. Nulla a che vedere con la narrazione dell’incendio della fabbrica tessile “Cotton”, peraltro mai esistita.
L’incendio della Triangle fu uno dei più gravi incidenti industriali della storia: persero la vita 146 persone, tra cui 123 donne, principalmente immigrate italiane ed ebree. Le pessime condizioni di sicurezza e l’assenza di tutele per i lavoratori contribuirono a rendere questa tragedia un simbolo delle battaglie per i diritti sul lavoro. Nonostante la sua importanza nel dibattito pubblico, la ricorrenza dell’8 marzo ha origini diverse.
Questa giornata nasce da un lungo percorso di affermazione dei diritti economici, politici e sociali delle donne, un cammino che, ancora oggi, non può dirsi concluso. La diffusione di versioni errate o semplificate sulla sua origine non è casuale, ma riflette la difficoltà storica di riconoscere le lotte femminili nella loro complessità.
Perché proprio l’8 marzo: il significato
La data dell’8 marzo è legata a numerosi eventi che, nei primi decenni del Novecento, hanno segnato la lotta per i diritti delle donne. Tra questi, un ruolo cruciale ebbe la manifestazione delle lavoratrici di San Pietroburgo, che l’8 marzo 1917 protestarono chiedendo la fine della guerra. Questo evento fu determinante e portò, nel 1921, alla decisione di celebrare in questa data la Giornata internazionale dell’operaia, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste a Mosca.
Nel corso del tempo, la ricorrenza ha assunto diverse connotazioni e ha cambiato denominazione e data in vari paesi. Nel 1907, durante il VII Congresso della Seconda Internazionale socialista, si discusse della questione femminile e del suffragio universale, argomento poi ripreso dalla Conferenza internazionale delle donne socialiste pochi mesi dopo.
In Italia, la Giornata della donna è stata ufficialmente istituita nel 1946 grazie all’iniziativa dell’Unione Donne Italiane (UDI). Due anni dopo, venne scelto il fiore della mimosa come simbolo della ricorrenza, per la sua reperibilità e il basso costo. Con la crescita del movimento femminista, l’8 marzo 1972 fu segnato da una grande manifestazione a Roma, che rivendicava il diritto all’aborto e altri diritti fondamentali per le donne.
Cinque anni dopo, l’ONU ha riconosciuto l’8 marzo come Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale. Con un po’ di storia è più facile capire a cosa serve questa giornata, ricordando le lotte fatte per ottenere diritti che dovrebbero essere riconosciuti a ogni essere umano, che oggi sembrano scontati. Basti pensare che oltre al diritto all’aborto, anche l’utilizzo della pillola concezionale ha richiesto un lungo e duro percorso.
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8 marzo, perché questa giornata è importante?
L’8 marzo non è solo un’occasione per ricordare le conquiste ottenute, ma anche per riflettere sulle discriminazioni e sulle battaglie ancora aperte. Molti diritti che oggi sembrano scontati, come l’accesso alla contraccezione, il diritto di voto o il diritto all’aborto sono stati ottenuti con lunghe lotte. Quest’ultimo poi è costantemente minacciato dai pro-life, il movimento antiabortista in Italia, che ha il sostegno economico e non solo da parte dell’attuale governo.
L’8 marzo non è una festa ma una giornata di sciopero e di rivendicazione dei diritti. Diritti minacciati, soprattutto oggi che il governo Meloni ostacola l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, insistendo nel “proteggere le donne” piuttosto che educare le nuove generazioni al consenso, oggi che l’Italia è l’ultimo dei 27 Paesi UE per l’occupazione femminile. Oggi più che mai sarà importante scendere e camminare nelle piazze italiane e non solo quelle della Capitale, ma anche in quelle delle periferie e delle province.
Oggi più che mai è importante mantenere viva la consapevolezza su temi cruciali e è importante continuare a lottare per una società più equa, in cui venga garantita una vera uguaglianza. Il divario salariale, la violenza di genere e la scarsa rappresentanza femminile in politica e nei ruoli di potere sono questioni irrisolte e non si può retrocedere o abbassare la guardia sui propri diritti. Come si urla già nelle piazze di Roma: l’8 marzo, m’arzo e lotto.
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