8 per mille, cos’è, come si calcola e a chi va

Patrizia Del Pidio

7 Marzo 2025 - 13:18

Come si calcola l’8 per mille della dichiarazione dei redditi e a chi va? Cosa succede se non si destina a nessuno?

8 per mille, cos’è, come si calcola e a chi va

Cos’è l’8 per mille, a cosa serve e come si calcola? Quando si compila la dichiarazione dei redditi c’è un’intera sezione destinata all’8, al 5 e al 2 per mille, lo stanziamento di parte delle proprie tasse. Tutti ne abbiamo sentito parlare compilando il 730 o il modello Redditi, ma sappiamo veramente cos’è e a cosa serve l’8 per mille?

Si tratta, sostanzialmente, di una quota dell’Irpef che il contribuente può decidere a chi destinare, ma cosa succede alla quota che non viene destinata? Ogni anno lo Stato, infatti, non incassa intero ammontare delle imposte sui redditi dei contribuenti, una parte della somma, si tratta di una quota molto piccola, viene devoluta a confessioni religiose o allo Stato stesso, in base alla scelta espressa dal contribuente stesso in sede di dichiarazione dei redditi.

L’otto per mille, breve storia

Si istituisce la destinazione dell’8 per mille dell’Irpef allo Stato o confessioni religiose nel 1985, in occasione della revisione dei Patti Lateranensi. Il nuovo concordato tra Stato e Chiesta portò a stabilire che lo Stato fornisse alla Chiesta il proprio sostegno economico proprio grazie al gettito totale Irpef: l’8 per mille di questo, da allora, può essere destinato alla Chiesa cattolica, ad altre confessioni religiose o allo steso Stato. A scegliere a chi devolverlo è il contribuente.

Chi sono i beneficiari dell’otto per mille?

A partecipare alla spartizione dell’otto per mille, oltre allo Stato e alla Chiesa cattolica, sono tutte le altre confessioni religiose che hanno stipulato intese con lo Stato italiano (fanno eccezione i mormoni che, pur avendo stipulato le intese hanno deciso di non partecipare alla ripartizione del gettito).

Il contribuente, in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi annuale, può decidere di destinare l’otto per mille dell’Irpef che versa:

  • allo Stato;
  • alla Chiesa cattolica;
  • all’Unione italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° giorno;
  • alle Assemblee di Dio in Italia;
  • alla Chiesa Evangelica Valdese;
  • alla Chiesa Evangelica Luterana in Italia;
  • all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane;
  • alla Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale;
  • alla Chiesa apostolica in Italia;
  • all’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia;
  • all’Unione Buddhista Italiana;
  • all’Unione Induista Italiana;
  • all’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai;
  • all’Associazione “Chiesa d’Inghilterra”.

Ognuna delle istituzioni destina a delle cause definite e dichiarate la quota di Irpef che riceve.

A cosa serve l’otto per mille?

A determinare l’utilizzo che le singole confessioni o lo Stato fanno dei fondi a loro devoluti, sono le singole intese sottoscritte perché proprio in base a esse le diverse confessioni sono state ammesse al finanziamento.

Questo fa intendere che l’utilizzo di questi fondi è diverso in base a chi li riceve.

La parte destinata allo Stato è utilizzata per tre finalità distinte:

  • interventi a carattere umanitario;
  • conservazione dei beni culturali;
  • manutenzione e conservazione degli immobili pubblici destinati all’istruzione scolastica.
    In ogni caso sul sito internet del Governo è possibile consultare le attività che negli anni passati sono state finanziate dall’otto per mille.

La Chiesa cattolica destina la sua quote di otto per mille al mantenimento del clero, a esigenze di culto e a interventi caritatevoli.

Per quel che riguarda le altre confessioni religiose i fondi sono destinati per lo più ad attività culturali, assistenziali e sociali.

Come si calcola l’otto per mille?

A differenza di quello che si potrebbe credere, non è destinato l’otto per mille di ogni dichiarazione alla confessione religiosa scelta o allo Stato. Il calcolo si effettua sull’intero gettito. Il contribuente, quindi, non destina il proprio otto per mille, ma quello medio facendo il conto su tutto quello derivante da tutti i cittadini. Ogni contribuente, quindi, indipendentemente dal proprio reddito e dall’Irpef pagata, ha lo stesso valore.

In media più del 50% dei contribuenti non effettua nessuna scelta e la maggior parte di chi effettua una scelta lo fa optando per la Chiesa Cattolica. Una buona fetta dei restanti contribuenti destina la sua scelta allo Stato, e solo quote minime sono ripartire tra tutte le altre confessioni.

Che fine fa l’otto per mille non destinato dal contribuente?
L’otto per mille di chi non esercita nessuna scelta è distribuito tra i beneficiari in base alle proporzioni che derivano dalle scelte espresse dagli altri contribuenti.

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