Affitto studenti fuori sede: anche chi è tornato a casa deve pagare

Isabella Policarpio

22 Aprile 2020 - 13:42

Nessuna sospensione del canone di affitto per gli studenti fuori sede che sono tornati a casa. Chi ha lasciato l’appartamento a causa del coronavirus dovrà continuare a pagare, pena lo scioglimento del contratto.

Affitto studenti fuori sede: anche chi è tornato a casa deve pagare

L’affitto va pagato anche se l’immobile non viene utilizzato? La risposta è sì, e questo vale anche in presenza di circostanze eccezionali, come l’emergenza sanitaria in atto.

A causa della COVID-19 moltissimi studenti fuori sede sono tornati a casa, anche perché le Università sono chiuse ed è possibile seguire le lezioni e sostenere gli esami da remoto in videoconferenza. Non solo studenti, ma anche molti lavoratori che dal Nord sono tornati al Sud per raggiungere le famiglie di origine (non senza polemiche).

Molti si chiedono se in questa situazione di emergenza si debba continuare a pagare il canone di affitto o ci siano i presupposti di una sospensione. In realtà bisogna attenersi a quanto stabilito nel contratto: chi vuole mettere fine all’affitto deve chiedere il recesso entro i termini pattuiti con il proprietario di casa; altrimenti chi non paga rischia lo scioglimento del contratto e la condanna a versare le mensilità arretrate.

Altra via potrebbe essere la riduzione del canone in accordo con il locatore, ma si tratta di un facoltà e non di un obbligo.

Studenti fuori sede tornati a casa, l’affitto va pagato

Niente sospensione, e nemmeno uno sconto, per gli studenti fuori sede che a causa del coronavirus hanno lasciato le stanze in affitto per tornare a casa. Questo perché mancano i termini legali affinché ci possa essere lo scioglimento immediato del contratto, a meno che non sia stato comunicato il recesso anticipato entro i termini contrattuali, in genere 3 mesi.

Quindi il canone di affitto va versato regolarmente, anche se il bene immobile - la stanza o l’intero appartamento - non viene utilizzato. La spiegazione è molto semplice: tornare al Paese di residenza è una scelta personale e il bene in affitto è comunque agibile e idoneo alla funzione abitativa.

Che succede se il contratto è sottoscritto da un gruppo di studenti e non singolarmente? In tal caso, se uno o più persone non versano il canone, saranno gli altri a dover pagare le quote mancanti, non potendo ottenere nessuno sconto dal proprietario (salvo procedere con l’azione di restituzione nei confronti del coinquilino insolvente).

No alla sospensione, ma si può concordare la riduzione del canone

Esiste un’alternativa. Gli studenti o i lavoratori fuori sede possono accordarsi con il proprietario di casa per la riduzione dell’importo dell’affitto delle mensilità interessate dall’emergenza sanitaria. Precisiamo però si tratta di una scelta puramente discrezionale del locatore e non di un atto dovuto.

L’accordo di riduzione dell’affitto deve essere concordato tra le parti e regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate.

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