Il Governo ha pronto un piano per l’accoglienza dei profughi provenienti dall’Afghanistan giunti in Italia con i voli militari: per i migranti futuri l’Europa invece vuole coinvolgere l’ONU.
L’Italia si sta preparando per organizzare al meglio l’accoglienza dei profughi provenienti dall’Afghanistan tra certezze e diversi punti interrogativi. La gestione dei migranti infatti avverrà su due piani ben distinti.
Da una parte ci sono i circa 5.000 civili afghani che nei giorni scorsi sono arrivati in Italia tramite voli militari: sono le persone (e le loro famiglie) che in questi vent’anni hanno collaborato con il nostro contingente, evacuate per essere messe al sicuro da possibili rappresaglie dei Talebani.
Discorso ben diverso invece per il fiume di immigrati che, inevitabilmente, a breve si mettere in marcia dall’Afghanistan per sfuggire al terrore talebano, alla possibile guerra civile e a una crisi umanitaria già denunciata dall’OMS.
Per loro il Governo si dovrà muovere in accordo con l’Europa e le altre potenze mondiali: mentre in Grecia e Lituania già si stanno costruendo muri, l’obiettivo dell’Occidente è quello di coinvolgere l’ONU ma per una fumata bianca occorrerà trovare un accordo con i Talebani.
Come l’Italia gestirà i profughi afghani
Lo scorso 28 agosto l’Italia ha terminato l’operazione di evacuazione dall’Afghanistan. Grazie a un continuo ponte aereo, oltre ai nostri militari e a quello che restava del corpo diplomatico, sono giunti nel Bel Paese circa 5.000 civili afghani.
Al momento queste persone sono tutte in quarantena presso diverse strutture militari come la Cecchignola o l’Interporto di Avezzano. Nel frattempo, sono iniziate anche le operazioni di vaccinazione contro il Covid.
Una volta finito questo periodo di controllo sanitario, i profughi saranno distribuiti sull’intero territorio nazionale: sono già diverse le Regioni e i Comuni che si sono detti disponibili ad accoglierli.
L’obiettivo come dichiarato dal ministro Luigi Di Maio è quello di mettere in campo “iniziative per l’accoglienza e la formazione di tanti bambini e ragazzi arrivati in Italia”, visto che per queste persone si pensa a una permanenza nel lungo periodo.
Il Governo di conseguenza vorrebbe gestire i profughi tramite il SAI, Sistema di Accoglienza e Integrazione, ma al momento non ci sarebbero posti a sufficienza: a breve così dovrebbe arrivare un decreto ad hoc per stanziare ulteriori fondi.
I migranti in fuga dall’Afghanistan
Detto dei profughi evacuati dai nostri militari, la questione più spinosa riguarda l’inevitabile flusso migratorio che a breve si metterà in moto dall’Afghanistan, per una situazione che tristemente dovrebbe ricalcare l’esperienza siriana.
Sul tavolo dell’ONU così è arrivata una proposta, avanzata in tandem da Emmanuel Macron e Boris Johnson, per creare una sorta di safe zone a Kabul dove poter continuare a evacuare la popolazione civile considerata a rischio anche dopo il 31 agosto.
Una linea questa sposata pure dall’Italia, con i Talebani che a riguardo si sarebbero detti disposti a permettere la partenza di tutti quei cittadini che abbiano l’autorizzazione di un altro Stato per lasciare il Paese.
Il grosso dei migranti che nei prossimi mesi si metterà in marcia dall’Afghanistan difficilmente però arriverà in Europa, viste le barricate subito alzate da Austria e Visegrad oltre ai muri, veri in questo caso, in costruzione in Grecia e Lituania.
Intervistato dal Corriere della Sera, l’Alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell ha fatto capire come il grosso del flusso migratorio sarà dirottato verso i paesi confinanti con l’Afghanistan.
“Quel che è vero è che sulle questioni relative all’Afghanistan dovremo aumentare la cooperazione con i Paesi limitrofi, dobbiamo aiutarli di fronte alla prima ondata di rifugiati - ha spiegato Borrell - Non è che gli afghani che fuggono arrivano per prima cosa a Roma, ma magari a Tashkent; i Paesi in prima linea vanno aiutati”.
Come avvenuto con la Turchia per i profughi siriani, lo scenario più probabile è così che paesi come Pakistan, Uzbekistan, Tajikistan ma anche l’Iran, saranno finanziati per accogliere i migranti afghani.
Di recente Sergio Mattarella ha definito “sconcertanti” quei politici UE contrari all’accoglienza, visto che il rischio è quello di affidare “la gestione del fenomeno agli scafisti e ai trafficanti di essere umani”.
Anche in Italia però non mancano quei partiti ostili, anche all’interno della maggioranza, a una accoglienza diffusa dei migranti provenienti dall’Afghanistan, con l’appello del Capo dello Stato che potrebbe finire inascoltato di fronte alle logiche elettorali.
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