L’intervento di Alberto Nagel, Amministratore Delegato di Mediobanca, alla presentazione del libro “Mediobanca e le relazioni economiche internazionali dell’Italia” del Prof. Giovanni Farese.
Alberto Nagel, Amministratore Delegato di Mediobanca, ha partecipato all’evento virtuale promosso da Mediobanca il 21 aprile 2021, “Classe Dirigente e orizzonti globali per ricostruire il paese”, un dialogo sul volume “Mediobanca e le relazioni economiche internazionali dell’Italia”.
L’evento, disponibile per la visione sul sito di Mediobanca, ha visto gli interventi, oltre all’AD di Mediobanca Alberto Nagel, di:
- Marta Dassù, Senior Director of European Affairs, The Aspen Institute;
- Giovanni Farese, Professore Associato di Storie dell’Economia presso l’Università Europea di Roma e autore del volume;
- Giorgio La Malfa, Direttore Scientifico Archivio Storico Mediobanca “Vincenzo Maranghi”;
- Guido Melis, già Professore di Storia delle istituzioni politiche alla Sapienza Università di Roma;
- Antonio Patuelli, Presidente ABI.
Ferruccio de Bortoli, Editorialista per il Corriere della Sera, è intervenuto invece in qualità di moderatore dell’incontro.
Alberto Nagel, l’AD di Mediobanca all’evento del 21 aprile e le considerazioni sul volume del Prof. Farese
L’AD di Mediobanca Alberto Nagel ha definito il lavoro del Prof. Farese un “contributo molto significativo per l’ampiezza delle fonti consultate e soprattutto per la capacità di rendere al meglio quel milieu culturale e professionale che rende possibile il percorso di Mediobanca sin dalla sua costituzione, […] una storia di persone dai tratti non comuni”.
Nagel ha sottolineato in particolare l’approccio gestionale e le intuizioni che negli anni hanno consentito a Mediobanca di prosperare.
Alberto Nagel ripercorre la storia di Mediobanca: Cuccia e l’apertura verso il mercato bancario internazionale
Come lo stesso AD Alberto Nagel ha sottolineato nel corso del suo intervento, un aspetto fondamentale nella crescita di Mediobanca è stato, ed è tutt’oggi, lo sviluppo di partnership internazionali. Infatti, sin dalla sua costituzione, Cuccia e Mattioli capiscono l’importanza di stringere relazioni internazionali per la crescita della propria economia. Vengono stretti da subito accordi di collaborazione con prestigiose realtà estere (svizzere, francesi e americane) per avere anche in quei mercati partner affidabili per seguire e intercettare ulteriori clienti, raccogliendone i capitali e cogliendo nuove opportunità. La seconda forte motivazione allo sviluppo estero riguarda invece l’assetto del capitale di MB: è necessario avere soci esteri di prestigio per bilanciare l’ingerenza dell’IRI che già negli anni ‘50 non aveva più l’impronta gestionale di Beneduce.
Mediobanca è stata dunque la prima banca in Italia con una vocazione di “banca di affari con uno spiccato taglio internazionale”, come rimarcato da Alberto Nagel all’inizio del suo intervento, partendo dagli importanti input di Enrico Cuccia nei primi anni, frutto dell’esperienza del manager negli anni ’30 a Parigi per Sudameris e in seguito presso la Banca d’Italia a Londra. Come Nagel racconta, è qui infatti che Cuccia “inizia a conoscere i mercati finanziari più evoluti e il peso delle banche d’affari”.
Altro momento degno di nota sono i quattro anni di Cuccia all’IRI di Beneduce e Menichella, che controllava la gran parte delle banche italiane dopo il fallimento del sistema di banca mista. In particolar modo, quel che colpisce il manager è l’approccio gestionale dei due, basato su serietà e competenza, uniti alla totale indipendenza dalla mano pubblica. Proprio qui si inizia a pensare che l’Italia debba aprirsi ai mercati esteri, con un occhio di riguardo agli Stati Uniti, visti come economia dominante del momento.
Qui Cuccia conosce anche Mattioli, che lo designerà al settore estero dopo l’assunzione presso il COMIT nel 1938, aprendo a Cuccia il mondo delle banche estere e consentendogli di rafforzare le proprie conoscenze bancarie internazionali, esaminando modus operandi esteri e stabilendo nuove relazioni professionali.
Mediobanca, una nuova realtà guidata da Cuccia e Mattioli
In seguito all’esperienza nel settore estero e grazie anche alla forte spinta di Mattioli prende il via l’idea di Mediobanca, una realtà che colpisce, come sottolineato da Alberto Nagel, per la modernità e per certi versi anche per l’attualità di quella concezione, molto diversa dalle realtà esistenti.
“C’era un evidente bisogno di stimolare la ricostruzione post-bellica, uscire dall’autarchia e favorire l’evoluzione del sistema industriale italiano agganciandolo ai mercati esteri. L’attività di banca d’affari intesa come advisory e capital market non era certo diffusa in Italia, Paese che non aveva la tradizione delle banche d’affari europee di fine 800. Ci voleva quindi, nell’Italia distrutta dalla guerra, una banca con mestiere diverso e licenza bancaria diversa”. È proprio qui che la credibilità di visione di Mattioli e Cuccia giocano un ruolo fondamentare e Mediobanca si configura come una moderna corporate & investment bank: una banca specializzata nel segmento imprese che sappia comprendere le esigenze dei settori industriali e che sia in grado di finanziarne la crescita attraverso modelli di prestito a medio e lungo termine, accompagnandoli sui mercati e fornendo consulenza specifica per favorire fusioni e acquisizioni. Il tutto prevedendo che Mediobanca possa anche assumere partecipazioni e dando vita a un modello unico sul mercato italiano, più vicino a grandi banche estere come quelle francesi, inglesi e americane, che in futuro si ritroveranno nel capitale di Mediobanca.
Nagel continua il suo racconto fino all’ingresso in Mediobanca di nuove realtà italiane ed estere, come le compagnie assicurative, Pirelli, Edison e Lazard Londra e Sofina, che portano Mediobanca a diventare la prima banca italiana quotata nel dopoguerra e che contribuiscono alla costante crescita del gruppo.
Alberto Nagel: le caratteristiche vincenti di Mediobanca
“Ecco allora che ci vengono in mente alcuni passaggi del libro del prof. Farese – spiega Alberto Nagel andando a chiudere il proprio intervento - Essi hanno a che fare con le caratteristiche professionali ed il modo di concepire la banca di Enrico Cuccia così come si rinvengono in lettere che lo riguardano o nella sua corrispondenza”. E che quindi, per quanto siano cambiate le condizioni dell’ecosistema a seguito della globalizzazione, le caratteristiche del percorso di Mediobanca al suo sviluppo iniziale sono ancora valide:
“Perché è pur vero che molto della professione bancaria è cambiato a seguito della globalizzazione delle economie e dei mercati. Che una banca d’affari non si sviluppa più attraverso l’assunzione di partecipazioni di minoranza in competitor o in aziende industriali. Rimane tuttavia ancora più vero che essa ha solide prospettive di sopravvivere se la sua cultura aziendale è improntata agli stessi principi di competenza e rigore nel valutare le operazioni, se continua ad alimentare la sua crescita con persone ed investimenti di elevato standing e se è capace di coniugare in maniera equilibrata la comprensibile esigenza dei singoli di fare fortuna con il contribuito concreto della banca all’economia”.
Chi è Alberto Nagel, biografia dell’Amministratore Delegato di Mediobanca
Alberto Nagel è laureato in Economia Aziendale all’Università Bocconi nel 1990 e subito dopo la laurea viene assunto in Mediobanca dove inizia il suo percorso professionale e nel 2008 diventa Amministratore Delegato. Dall’inizio del suo mandato di AD di Mediobanca ha seguito operazione di M&A per un valore di oltre 400 miliardi di euro.
Inizia il suo percorso all’interno di Mediobanca presso il Servizio Finanziario per poi passare al Segretariato Generale i in seguito diventa Responsabile della Divisione Investment Banking. Nel 1998 diviene Direttore Centrale, nel 2002 Vice Direttore generale e l’anno successivo assume la carica di Direttore Generale.
Alberto Nagel ha seguito nel corso della propria carriera le privatizzazioni italiane di Enel, BNL, Finmeccanica, seguita dal gruppo Mediobanca oltre ad alcune delle più grandi operazioni M&A italiane; OPA del Credito italiano sul Credito Romagnolo, Olivetti su Telecom Italia e Generali su INA.
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