Anonymous contro gruppi Telegram: nomi utenti saranno identificati

Marta Tedesco

10/04/2020

Anonymous contro il revenge porn: gli hacker dichiarano guerra ai gruppi Telegram e promettono di identificare gli utenti che diffondono foto e video privati senza il consenso delle vittime. Ecco cosa sta accadendo.

Anonymous contro gruppi Telegram: nomi utenti saranno identificati

Anonymous Italia ha lanciato una campagna contro il revenge porn. L’iniziativa nasce dopo la scoperta shock di un vasto network italiano su Telegram, composto da 21 canali e 43mila iscritti che diffondono materiale pornografico. Gli utenti, usando nickname e profili anonimi, si scambiano video e foto privati senza il consenso delle persone interessate.

Materiale di punta il revenge porn (letteralmente “vendetta pornografica”): fidanzati lasciati che, per rivalersi sulle ex, distribuiscono foto e video intimi che le vedono protagoniste. Ma non solo questo, anche materiale osceno di figlie adolescenti messo a disposizione dai propri padri e altri contenuti a sfondo pedopornografico.

Anonymous contro il revenge porn su Telegram

Dopo questa shockante scoperta, il gruppo hacker Anonymous ha deciso di intervenire in difesa delle vittime coinvolte, lanciando una campagna intitolata #RevengeGram in cui viene dichiarata guerra al revenge porn e alla pedopornografia.

L’obiettivo degli hacker è quello di identificare gli utenti che fanno parte dei gruppi Telegram incriminati. “Se non possiamo difendere le vittime, state pur certi che le vendicheremo” dicono nel messaggio, e ancora “è necessario agire affinché si fermi una volta per tutte lo scambio di contenuti privati e intimi condivisi senza il consenso del proprietario”.

Poi gli hacker lanciano un appello a tutti: la richiesta è quella di segnalare sui loro canali ufficiali i nomi e i gruppi che su Telegram o tramite il web svolgono attività sospette di questo tipo. “Solamente grazie al vostro aiuto potremo sfruttare a pieno i nostri strumenti riuscendo così a estrapolare i nomi e i cognomi associati agli account dei criminali” incalza Anonymous, concludendo poi con un messaggio rivolto direttamente ai criminali “stiamo venendo a prendervi”.

Revenge porn: cos’è e come viene punito

Il revenge porn, o anche “pornografia non consensuale”, è l’atto di condividere immagini o video intimi di una persona senza il suo consenso, attraverso canali on-line o off-line. In Italia il revenge porn è reato dal 2019 attraverso il ddl denominato “Codice rosso”, che prevede in generale pene più severe e tempistiche di giustizia più rapide per le donne vittime di violenza.

L’episodio che ha innescato l’interesse per il fenomeno della vendetta pornografica e ha poi condotto alla normativa di riferimento è stato il suicidio di Tiziana Cantone nel 2016. La ragazza infatti decise di togliersi la vita dopo essere stata oggetto di scherno sociale per la pubblicazione e la diffusione di video espliciti di cui era protagonista senza consenso.

Il reato di revenge porn prevede come pena da 1 a 6 anni di reclusione e multe da 5 mila a 15 mila euro per la diffusione di materiale a sfondo sessuale, come vendetta sul partner a seguito della fine della relazione. Lo stesso vale per chi ha ricevuto contenuti di questo genere e ne promuove la diffusione senza il consenso dei protagonisti. Viene considerata aggravante il fatto che il reato sia commesso dal partner o da un ex che utilizza i canali digitali per la diffusione, come i social o le app di messaggistica.

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