Nuova stretta da parte dell’Authority nei confronti del settore tecnologico. Nel mirino Apple, Amazon, Facebook e Google. I dettagli
L’Antitrust ha chiesto una lunga lista di documenti finanziari ad Apple, Amazon, Facebook e Google. Alla fine della scorsa settimana il Congresso ha invitato i quattro colossi statunitensi a presentare la folta lista di informazioni interne, aprendo un nuovo capitolo della cosiddetta revisione antitrust «dall’alto verso il basso» all’intero settore tecnologico.
Nelle comunicazioni, i membri del comitato giudiziario della Camera chiedono dati che dimostrino se le compagnie sono in grado di danneggiare i consumatori o mettere in pericolo la concorrenza.
Le richieste riguardano la quasi totalità delle vicende societarie più recenti: dall’acquisizione di Whole Foods da parte di Amazon al ranking dei risultati di ricerca di Google.
L’Antitrust chiede documenti ad Apple, Amazon, Facebook e Google
I legislatori hanno contattato anche i vertici societari, chiedendo informazioni dettagliate sul processo decisionale interno alle varie compagnie.
Le richieste di accesso ai dati societari seguono i timori crescenti da parte dell’Authority di abuso di posizione dominante, così come specificato da Jerry Nadler, a capo del comitato:
“Ci sono prove crescenti che attestano come diverse compagnie siano arrivate ad accaparrarsi una quota spropositata di mercato a livello sia commerciale che comunicativo, di visibilità. In effetti, è praticamente impossibile utilizzare Internet senza fare ricorso ai servizi offerti da queste realtà, che ora costituiscono l’infrastruttura essenziale per il ventunesimo secolo”.
Un esame delle informazioni richieste - prosegue Nadler - che potrebbe essere utile a chiarire l’attuale quadro di mercato e gli eventuali abusi, predisponendo l’Authority alle necessarie contromosse:
“I documenti richiesti forniranno al Comitato una migliore comprensione del grado in cui queste aziende godono del potere di mercato, come lo stanno usando e se stanno danneggiando la nostra economia o la nostra democrazia”.
Google ha rifiutato di commentare la recente richiesta della Commissione, ma ha riferito alla CNN che la società “ha sempre lavorato in modo costruttivo con tutti gli enti regolatori e continuerà a farlo”.
Le richieste sottolineano la portata dell’indagine in corso sui colossi tech, sotto la lente già da diversi mesi per via di una moltitudine di pratiche che i legislatori considerano anticoncorrenziali.
Tra i tanti temi all’attenzione, il presunto trattamento preferenziale di Google a beneficio degli editori online che accelerano i tempi di caricamento degli articoli utilizzando la tecnologia del colosso di Mountain View.
Il comitato ha inviato una richiesta altrettanto dettagliata a Facebook, concentrandosi sulla sua relazione con Onavo, società di analisi dei dati che il social di Zuckerberg ha acquistato nel 2013.
Secondo molti Onavo potrebbe aver aiutato Facebook a identificare e combattere potenziali concorrenti di mercato.
Nel frattempo, Amazon è sotto la lente per la sua relazione con le case editrici, per le presunte contraffazioni e le problematiche relative all’utilizzo dei dati degli utenti e dei rivenditori.
Mentre Apple è all’attenzione soprattutto per il presunto ostacolo posto ai danni di alcune app concorrenti.
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