Assenze per malattie: la classifica dell’assenteismo in Italia

Valentina Pennacchio

12/01/2015

Dopo la vicenda dei vigili romani nella notte di Capodanno è tornato alla ribalta il tema delle assenze per malattie. La CGIA di Mestre ha fornito i dati per capire l’entità del fenomeno e quali sono le città italiane più interessate, sia nel settore pubblico, che in quello privato.

Assenze per malattie: la classifica dell’assenteismo in Italia

La vicenda accaduta il 31 dicembre a Roma, dove la sera di Capodanno erano essenti l’83,5% dei vigili, ha acceso i riflettori sulle assenze per malattie.

Renzi ha annunciato la possibilità di una riforma delle regole del pubblico impiego, dando all’INPS il potere di controllare anche gli statali, oggi affidati alle verifiche delle ASL con un dispendio economico considerevole.

La CGIA, d’altra parte, fornisce alcuni numeri di quello che si qualifica come un vero e proprio fenomeno di assenteismo, soprattutto quando le assenze per malattie durano un solo giorno, come rivelano i dati. Secondo la CGIA nel 2013, nel settore pubblico, il 25,9% delle assenze per malattie (un’assenza su 4) ha avuto la durata di una giornata soltanto.

Il fenomeno, in crescita del 5,9% sul 2012 nel settore pubblico, diminuisce nel settore privato, che si ferma a quota 11,9% (-1% sul 2012).

Le assenze per malattie comprese tra 2-3 giorni sono invece pari:

  • al 36,1% nel settore pubblico;
  • al 31,2% nel settore privato.

Alla luce, come abbiamo accennato, dello scandalo della Capitale, la CGIA si è soffermata sulle assenze relative ad una sola giornata, stilando la classifica dell’assenteismo, sia nel settore privato, che in quello pubblico. Ecco i risultati.

Settore pubblico

I dati relativi al settore pubblico mostrano la seguente situazione. Ecco la top ten relativa agli eventi di malattia della durata di un giorno (e la durata media della malattia per provincia) per l’anno 2013 nel settore pubblico.

Rank Provincia Inc. % eventi di 1 giorno sugli eventi totali Durata media annua della
malattia (giorni)
1 Palermo 42,6 16,4
2 Agrigento 38,4 20,2
3 Catania 35,6 15,9
4 Trapani 34,0 16,2
5 Crotone 34,0 19,1
6 Napoli 34,0 17,3
7 Siracusa 33,6 18,7
8 Caserta 32,9 17,3
9 Ragusa 32,8 16,2
10 Latina 32,7 18,7

Nella classifica completa, tra le principali città italiane troviamo:

  • Roma alla posizione n. 14 a quota 30,8% con una durata media pari a 17,1 giorni;
  • Torino alla posizione n. 27 con i seguenti valori: 25,0% e 16,3 giorni;
  • Milano alla posizione n. 36 con il 22,8% e 16,6 giorni;
  • Genova alla posizione n. 42 con il 22,0% e 16,9 giorni;
  • Bologna alla posizione n. 51 con il 21,1% e 17,0 giorni;
  • Firenze alla posizione n. 70 con il 19,2% e 15,7 giorni.

All’ultima posizione (n. 103) troviamo Bolzano con il 10,5% e 14,4 giorni annuali. La media complessiva in Italia per il settore pubblico nel 2013 è stata: 25,9% e 17,1 giorni.

Settore privato

La top ten del settore privato, sempre relativa al 2013, è invece la seguente.

Rank Provincia Inc. % eventi di 1 giorno sugli eventi totali Durata media annua della malattia (giorni)
1 Palermo 27,8 17,1
2 Catania 21,1 17,7
3 Roma 18,8 16,6
4 Siracusa 18,5 17,9
5 Napoli 17,2 20,4
6 Cagliari 17,1 17,7
7 Trapani 15,5 18,8
8 Bari 15,0 17,6
9 Milano 14,6 16,1
10 Nuoro 14,4 22,2

Nella classifica completa, ecco dove sono le principali città italiane:

  • Genova occupa la posizione n. 12 con il 13,7% e 17,0 giorni;
  • Bologna occupa la posizione n. 13 con il 13,6% e 16,0 giorni;
  • Torino si trova alla posizione n. 26 con il 12,0% e 17,5 giorni;
  • Firenze è a alla n. 45 con il 10,1% e 15,6 giorni.

L’ultima posizione (n. 103) è occupata da Vibo Valentia con il 2,6% e 47,0 giorni. La media italiana è 11,9% e 18,3 giorni.

Classifica regionale

La classifica regionale, comprensiva di settore pubblico e privato, sempre relativa al 2013, fotografa la seguente situazione.

Se guardiamo ai dati di questa classifica, possiamo fare un a serie di considerazioni. Ad esempio possiamo constatare come, a livello nazionale, ci si ammali più nel settore privato (18,3%) che nel pubblico (17,1%).

Ecco invece in sintesi il numero di eventi di malattia per classe di durata dell’evento in giorni e settore, relativo agli anni 2012 e 2013.

No alle manipolaizoni

“I dati vanno letti con grande attenzione. Sarebbe ingiusto e sbagliato strumentalizzare i risultati che emergono da questa ricerca".

E’ quanto sottolineato da Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA, che ha aggiunto:

"Al netto dei casi limite che, a quanto sembra, si concentrano soprattutto in alcune aree del Paese, le imprese e anche la Pubblica amministrazione possono contare sull’affidabilità di maestranze che sono considerate tra le migliori al mondo. Detto ciò, è necessario colpire con maggiore determinazione i furbi, vale a dire coloro che, assentandosi ingiustificatamente, recano un danno all’azienda per cui lavorano e, nel caso dei dipendenti pubblici, anche alla collettività”.

Retribuzione

Come incidono questi numeri sulla retribuzione? A quanto ammonta la decurtazione retributiva? Anche in questo caso dobbiamo distinguere i due settori.

Nel settore pubblico è stabilito (dall’art. 71, comma 1, della legge Brunetta - legge n. 133/08)

"che per gli eventi morbosi di durata inferiore o uguale a dieci giorni di assenza, sarà corrisposto esclusivamente il trattamento economico fondamentale con decurtazione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento economico accessorio".

In sostanza:

  • la decurtazione retributiva riguarda i primi 10 giorni di ogni periodo di assenza per malattia (non i primi 10 giorni di assenza nel corso dell’anno);
  • scatta per ogni episodio di assenza (anche un solo giorno) e per tutti i 10 giorni anche se l’assenza dura di più.

Nel settore privato:

  • i primi 3 giorni sono totalmente a carico dell’azienda;
  • dal 4° al 20° giorno è l’INPS a coprire il 50% della retribuzione giornaliera media;
  • dal 21° al 180° giorno la quota a carico dell’INPS sale al 66,66%.

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