Aumentano gli stipendi per i dirigenti ai vertici della Pubblica amministrazione. Nella Legge di Bilancio torna la proposta (comma 68) e viene approvata nel pacchetto. Di cosa si tratta?
Legge di Bilancio 2022: aumentano gli stipendi per i dirigenti della Pubblica amministrazione nel 2022. Il Sole 24 Ore lo chiama adegiamento di lusso, noi regalo di Natale, ma intanto il 23 dicembre è stata reintrodotta la norma prevista in bozza e stralciata in seguito per evitare polemiche. Polemiche che ora non porterebbero a un vero cambio di programma, considerando il poco tempo rimasto per l’approvazione definitiva.
Infatti si tratta di un aumento approvato dal Senato e che difficilmente verrà modificato in seconda lettura. Il tempo dopotutto stringe. Il risultato è che dall’anno prossimo i compensi dei dirigenti ai vertici della Pubblica amministrazione non avranno più un tetto limite (240 mila euro) e subiranno gli effetti dei rialzi annuali previsti.
A fare il calcolo sarà l’Istat, come per gli altri adeguamenti annuali. Chi ne beneficerà davvero e a quanto potrebbe ammontare la cifra finale con lo spostamento del tetto massimo? Scopriamolo.
Legge di Bilancio: aumentano gli stipendi dei dirigenti della PA
Se ne sta parlando ancora timidamente, ma il 23 dicembre, alla pre-vigilia di Natale, è stata approvata dal Senato la Legge di Bilancio 2022. Ora il testo attende l’approvazione alla Camera, entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio.
L’ingresso di novità (o ritorno di vecchie fiamme) non sono mancate. E tra un beneficio a vantaggio delle persone disabili e uno per le famiglie, arriva anche l’aumento degli stipendi della PA. È proprio il caso delle busta paga in rialzo per i dirigenti ai vertici della Pubblica amministrazione. Un articolo già presente nel testo (articolo 153, comma 4) ma eliminato per evitare polemiche. Poco prima di Natale però l’adeguamento di lusso è stato reinserito (comma 68) per rimanere.
Per chi aumentano gli stipendi?
Con la riforma Irpef saranno moltissimi a vedere i risultati sulla busta paga, tranne chi ha un rapporto di lavoro domestico, non proprio uno dei lavori meglio pagati. Mentre per chi rientra nella riforma dell’Irpef riceverà gli aumenti e gli arretrati.
Ma chi beneficerà degli aumenti senza tetto limite fisso a 240 mila euro? Sicuramente chi a quella cifra ci può arrivare. Sono i dirigenti ai vertici della Pubblica amministrazione, i vertici dei grandi ministeri, delle magistrature e delle Autorità indipendenti. Esclusi dall’adeguamento invece tutti i dirigenti di prima fascia, cioè quelli che si fermano a uno stipendio inferiore al tetto limite fissato.
Aumentano gli stipendi: di quanto e quando?
Proviamo a descrivere i tempi e i modi di questa disposizione, per quanto non sia stata ancora approvata in via definita la Legge di Bilancio che la contiene.
L’aumento sarà basato sulla percentuale decisa dall’Istat in base agli adeguamenti annuali degli stipendi. Entro la fine dell’anno dovrebbe arrivare la tanto attesa firma sull’accordo per il rinnovo del contratto della Pubblica Amministrazione valido per il triennio 2019-2021. Il 2019-2021 prevede un aumento del +3,78%, che sui compensi pubblici corrisponderebbe a un rialzo del tetto a quota 249 mila euro.
Gli effetti di questo cambiamento sugli stipendi però non avverrebbero subito. Mentre l’effetto dei rinnovi contrattuali avrà effetto sulle buste paga dei dipendenti già a partire dal 2022, l’adeguamento e gli incrementi effettivi per i dirigenti della Pubblica amministrazione dovrebbe arrivare nel 2023.
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