Impennata del prezzo che grava sulle famiglie: cosa succede alla benzina e quanto dovremo spendere. In evidenza le rilevazioni settimanali del Mite.
L’impennata dei prezzi della benzina non si arresta e si registrano le prime grandi preoccupazioni per le famiglie. A sette anni di distanza tornano quindi le denunce del Codacons, ma non solo.
A lanciare l’allarme per il futuro delle tasche degli italiani stavolta è anche il Ministero della Transizione Ecologica che certifica tariffe record, numeri che non si vedevano dal lontano 2014.
Le cause e le conseguenze di questi nuovi posizionamenti sono molteplici e meritano un’analisi dettagliata. La situazione complessiva disegna così un quadro che è possibile ricostruire a partire delle notifiche dell’Unione Nazionale Consumatori e di Assoutenti.
Quanto costa oggi la benzina verde?
Il pieno di un’auto a benzina in modalità self service è salito a 1,670 euro al litro, in rialzo di 8,58 centesimi. Valori simili si registravano solo alla fine dell’ottobre 2014 quando i prezzi per un rifornimento viaggiavano su una media di 1,681 euro.
Si registra perciò un aumento del 20% rispetto allo stesso periodo del 2020 e del 15,1% in più rispetto a inizio anno. I dati, riportati da Carlo Rienzi, mostrano quindi l’incremento di 14,1 euro tra il 2021 e il 2020.
Nota a margine, sale anche il prezzo del diesel con 1,516 euro al litro: ai massimi dal maggio 2019.
I motivi dell’incremento e le denunce dei consumatori
Siamo abituati a pensare che i prezzi dei carburanti salgano soltanto in corrispondenza del valore della materia prima, il petrolio, ma la realtà è un’altra in questo caso.
È vero infatti che nel corso di quest’anno il petrolio è passato dai minimi di 18 dollari al barile di marzo 2020 ai 69,41 dollari odierni, ma c’è anche un fattore di aumento legato a questioni fiscali poiché due terzi del costo di benzina e diesel sono rappresentati proprio dalla variazione di questo parametro.
Anche per questo le associazioni di consumatori hanno iniziato a farsi sentire, in un periodo in cui, tra l’altro, gli italiani registrano persino dei rincari su luce e gas.
Le richieste dell’Unione Nazionale Consumatori sono state riportate da Repubblica e si parla di una richiesta al governo per l’intervento tempestivo sulle accise dei carburanti. La preoccupazione è la seguente:
Si rischia di far schizzare verso l’alto l’inflazione con ripercussioni sul potere d’acquisto delle famiglie e, di conseguenza, sui consumi.
Alza la voce poi anche Assoutenti. L’associazione no profit per la tutela dei consumatori parla di stangata da 8,2 miliardi di euro. Le dichiarazioni del gruppo sono affidate al presidente Furio Truzzi che insiste sugli effetti del caro-benzina per la collettività e lo fa in previsione di quello che definisce come un rischio di “rincari a cascata per i prezzi al dettaglio” aggiungendo poi un riferimento doveroso anche all’aumento dei costi per industrie e imprese.
Rincaro della benzina: 338 euro in più a famiglia
Famiglie sotto stress: a fare i primi conti è sempre l’Unc che parla di un rincaro che equivale, su base annua, a 338 euro per la benzina e a 299 euro per il gasolio.
Stessi valori sono quelli diffusi dal Codacons che commenta negativamente le nuove rilevazioni sui listini diffuse dal Mise.
Si parla quindi di cifre consistenti se rapportate al budget di moltissimi nuclei familiari; i prezzi della benzina infatti non prevedono nessun sistema proporzionale e a restare indietro sono i cittadini già oberati dalle spese.
Mettere in conto una maggiore spesa per i rifornimenti di carburante non è quindi cosa da poco anche perché a questi prezzi maggiorati come abbiamo visto si aggiunge l’aggravio di spesa delle bollette luce e gas.
Il caso al momento non sembra toccare l’agenda politica e in molti si dicono pessimisti riguardo un possibile interventismo dell’esecutivo in tal senso. Le pressioni delle associazioni preposte sono l’unico faro acceso sulla questione.
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