Le azioni Apple sono un sell o un’opportunità di acquisto? Ecco cosa suggerisce l’analisi del titolo dell’azienda a più alta capitalizzazione del mondo.
È tempo di investire in azioni Apple dopo l’ultima discesa della trimestrale per puntare su un rialzo prolungato? Quali sono le prospettive per il titolo Apple?
Il profilo attuale di Apple potrebbe stare generando una «trappola di valore», che spingerebbe invece gli investitori puntare al ribasso andando short.
Analizziamo il perché le azioni Apple (AAPL) sono invece un sell.
Azioni Apple: investire su un ribasso?
Dopo la pubblicazione degli ultimi dati trimestrali dello scorso martedì, l’azienda (probabilmente) più ammirata al mondo ha un rapporto prezzo-utili per azione pari a 10, inferiore alla media del P/E dei titoli sullo S&P 500, che è a 19. È inferiore al rapporto prezzi-utile a 22 di Fastenal, che fabbrica bulloni. È più basso anche del rapporto della società che vende questi bulloni, la Home Depot, che ha un ratio P/E di 23. E’ anche inferiore rispetto a quello della catena statunitense di supermercati Kroger, che ha un P/E di 23 e vende mele che esistono davvero.
E il rapporto prezzi/utili di Apple include anche la sua liquidità.
Se si esclude, il P/E di Apple, escluse le tasse, potrebbe scendere a circa 7.
Ci sono molte ragioni per pensare che le azioni di Apple siano ora a buon mercato. I suoi guadagni sono aumentati di quasi il 20% lo scorso anno, anche se hanno subito un notevole rallentamento nel quarto trimestre.
Apple ha margini di profitto molto elevati, cosa che produce in genere un alto rapporto P/E. Ma soprattutto, Apple dispone di circa 1 miliardo di utenti che acquistano brani, film, giochi e altre applicazioni attraverso iPhone, iPad e altri dispositivi.
Un rapporto prezzo-utili per azione basso dovrebbe segnalare agli investitori una buona opportunità di investimento, in quanto misura quanto guadagno è prodotto da una società per ogni dollaro che stiamo investendo nella stessa società società.
Per Apple, è un po’ più di $0,14 all’anno per ogni dollaro investito.
Perché allora puntare al ribasso?
Azioni Apple: perché sono un sell?
Ma, in passato, l’acquisto di azioni di una società tech a basso prezzo - che ha apparentemente raggiunto l’apice del suo business - non si è rivelato un buon affare.
Società | Data | P/E ratio | Ritorno a 5 anni |
---|---|---|---|
Apple | 1/27/15 | 10 | ? |
Fannie Mae | 12/31/03 | 10 | -99% |
IBM | 12/31/84 | 11 | -23% |
Microsoft | 3/31/04 | 18 | -26% |
Ad esempio, IBM aveva un rapporto P/E a 11 nel 1984, quando l’azienda dominava il business dei personal computer. Quell’anno, i guadagni dell’azienda sono aumentati del 19%, il terzo anno di crescita a due cifre. Tuttavia, le azioni di IBM non si sono mosso nei due anni successivi.
Nello stesso periodo, l’indice S&P 500 è cresciuto di circa il 45%. Nei cinque anni successivi, le azioni IBM sono scese del 23%. Nel frattempo, il mercato azionario è salito poco più del 111%.
La stessa cosa è successa a Microsoft. Le azioni del produttore di software onnipresenti nei computer avevano un P/E di 18 all’inizio del 2004, un rapporto particolarmente per dei titoli del comparto tecnologia. In alcuni trimestri, i guadagni di Microsoft segnalavano una crescita anche dell’80%. Ma in realtà non era affatto un buon momento per comprare.
Le azioni di Microsoft hanno perso il 26% nei cinque anni successivi.
Infine il caso Fannie Mae. Non è un titolo tecnologico ma legato al business delle assicurazioni ipotecarie, a cui spesso si faceva riferimento a «titolo sicuro».
All’inizio del 2004, le azioni venivano scambiate con un rapporto prezzo/utile di 10. Nei cinque anni successivi, con lo scoppio della bolla immobiliare e la crisi finanziaria, le azioni Fannie Mae hanno perso il 99% del loro valore.
Questo non significa che le azioni di Apple non siano un buon acquisto in questo momento, ma è semplicemente un promemoria di come ha reagito in passato il mercato.
Quel miliardo di utenti dovrebbe essere una fonte enorme di ricavi ricorrenti per Apple, un po’ come per un produttore di rasoi che continua a guadagnare solo con la vendita delle lame.
Ma Apple è ancora dipendente dalla vendita dei suoi smartphone, che genera il 70% del suo fatturato. Anni dopo l’uscita del primo iPhone, potrebbe iniziare ad essere un problema.
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