Stellantis in primo piano dopo il comunicato ufficiale che annuncia la sospensione produttiva in Russia. Il colosso auto ha deciso di fermare lo stabilimento come conseguenze della guerra. I dettagli.
Stellantis si aggiunge alle aziende di tutto il mondo che stanno fermando la produzione in Russia come conseguenza della guerra in Ucraina.
Nello specifico, in un comunicato ufficiale di oggi 19 aprile, il quarto gruppo automobilistico a livello globale ha reso noto che lo stabilimento di Kaluga non sarà attivo.
Le azioni Stellantis perdono in Borsa oltre il 5% mentre si scrive, anche per lo stacco della cedola.
Stellantis si ferma in Russia: i dettagli
Stellantis sta interrompendo la produzione in una fabbrica di furgoni vicino a Mosca, unendosi a una lunga lista di società industriali che hanno cessato l’attività in Russia a causa della guerra in Ucraina.
Nella nota dell’azienda si legge:
“In seguito al quotidiano rafforzamento delle molteplici sanzioni e alle difficoltà logistiche riscontrate, Stellantis ha sospeso la propria attività produttiva a Kaluga al fine di garantire il pieno rispetto di tutte le molteplici sanzioni e di tutelare i propri dipendenti. Stellantis condanna la violenza e sostiene qualsiasi azione che possa riportare la pace.”
La chiusura del sito, che ha funzionato a un livello basso per settimane a causa dell’esaurimento delle forniture di elementi, rende inattiva una delle ultime fabbriche automobilistiche funzionanti nel Paese.
Il produttore di veicoli Jeep, Peugeot e Fiat il mese scorso ha interrotto le esportazioni e le importazioni da e verso la Russia, ma non aveva ancora menzionato lo stabilimento che sforna circa 11.000 veicoli commerciali all’anno.
L’amministratore delegato del gruppo, Carlos Tavares, ha affermato che la Russia rappresenta un profitto annuale compreso tra 20 e 30 milioni di euro, rendendo trascurabile qualsiasi impatto sulle operazioni complessive della casa automobilistica.
Alle ore 11.33 circa le azioni Stellantis scambiano a 13,272 con un calo del 5,70%.
Da ricordare, la guerra ha stimolato un esodo di aziende internazionali dal mercato russo. Ha anche ostacolato la produzione locale perché l’allungamento dell’elenco delle sanzioni rende difficile reperire componenti chiave. Volkswagen, BMW e Ford Motor hanno sospeso le attività negli stabilimenti del Paese.
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