Inizio settimana di forti rialzi per il petrolio, con il Brent che arriva a sfiorare oggi i 70 dollari al barile. Spicca il volo anche il Wti, ora in area 66,6. Dimenticata la fiammata dei contagi in India e in Giappone, ora sono le prospettive di ripresa negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa a fare il prezzo.
Il petrolio ancora sotto i riflettori. Al culmine di una tre giorni di rialzi, il Brent, greggio del Mare del Nord, è arrivato a scambiare a 69,8 dollari al barile, +1,3% sul giorno precedente. Bene anche il texano Wti, che ora si muove in area 66,6, +1,4%.
Oscurati dunque i fattori ribassisti che rischiavano di affossare la quotazione della commodity, come la recrudescenza della pandemia in Giappone e il boom di contagi in India. I mercati, come si evince dal pump del prezzo del greggio, guardano ora alle schiarite negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa, pregustando le riaperture.
Balzo del petrolio, che succede?
Le buone notizie sembrano arrivare soprattutto dall’altra parte dell’Oceano, dove – complice una campagna vaccinale a spron battuto, ben oltre il target fissato originariamente dall’amministrazione Biden – i provvedimenti restrittivi vengono smantellati di giorno in giorno, come l’obbligo di mascherine all’aperto per gli immunizzati.
leggi anche
Outlook materie prime: cautela nel breve termine
Dopo i tanti chiari di luna, tra le schermaglie con AstraZeneca e il blocco (temporaneo) del siero J&J, anche l’Europa sembra aver cambiato marcia, sebbene abbia accumulato sin qui un ritardo non indifferente. Quanto basta però per prospettare anche nel vecchio continente, oltre che negli Stati Uniti e nel Regno Unito, un’estate sulla falsariga di quella passata, con la sessione turistica che finirà per alimentare il rimbalzo della domanda di greggio.
Domanda ipotetica ed eventuale che il petrolio sta già capitalizzando, visti gli ultimi movimenti del prezzo al barile. Il Brent, con i suoi 69,8 dollari di quotazione, è di fatto ai massimi degli ultimi 25 mesi, mentre il Wti è sui livelli di ottobre 2018.
Dietro il rialzo anche i dati sulle scorte USA
A giocare un ruolo sulle dinamiche rialziste del prezzo del petrolio, inoltre, ci sono anche i dati sulle scorte settimanali negli Stati Uniti, che hanno registrato un calo tre volte maggiore rispetto alle attese. Nel dettaglio, l’American Petroleum Institute (Api) ha riportato una flessione di 7,7 milioni di barili nella settimana chiusa il 30 aprile.
leggi anche
Le materie prime in rally: motivi e previsioni
© RIPRODUZIONE RISERVATA