Banche centrali, è boom di debiti. Quali conseguenze?

Redazione

29 Gennaio 2021 - 09:03

Se le banche private che perdono denaro sono infatti fonte di preoccupazione, le perdite delle grandi casseforti statali, se non correttamente inquadrate, possono far pensare a scenari molto negativi.

Banche centrali, è boom di debiti. Quali conseguenze?

Abbiamo interpellato Geneve Invest, società svizzera leader nella gestione patrimoniale indipendente, per ampliare il nostro blocco di opinioni in merito ai debiti delle banche centrali.

Se le banche private che perdono denaro sono infatti fonte di preoccupazione, le perdite delle grandi casseforti statali, se non correttamente inquadrate, possono far pensare a scenari molto negativi.

«È proprio per questo - spiega Neri Camici dalla sede lussemburghese di Geneve Invest - che c’è un punto fondamentale da comprendere immediatamente: le banche centrali sono molto diverse dalle banche private e le loro perdite non rispecchiano necessariamente una debolezza finanziaria, ma sono piuttosto un riflesso più ampio di condizioni politiche, economiche ed istituzionali contingenti».

La crisi finanziaria globale sviluppatasi a partire dal 2007 ha obbligato numerose banche centrali a ridurre i tassi ufficiali di interesse intorno allo zero, con l’obiettivo di rilanciare le economie in difficoltà. Per dare ulteriore stimolo, gran parte di queste istituzioni ha inoltre attivato il processo di quantitative easing, utilizzando denaro di nuova creazione per acquistare titoli di Stato a lungo termine e, in alcuni casi, azioni. A ciò si è aggiunto un ulteriore piano di acquisti, per fronteggiare l’emergenza economica e finanziaria legata alla pandemia del Covid-19, con situazioni di bilancio inevitabilmente ancora più appesantite.

Ma se una banca commerciale in rosso può facilmente perdere la fiducia dei suoi creditori e incappare in un rischio di fallimento, nel caso di una banca centrale un saldo negativo non significa un ostacolo alla definizione di una politica monetaria efficace.

«Certo - spiega ancora Camici da Geneve Invest - è ovvio che una banca centrale con un bilancio negativo non dà grande tranquillità ai mercati, soprattutto perché obbligata a stampare nuova moneta per potersi mostrare solvibile e in quanto si espone in termini politici, mostrando i limiti della sua indipendenza, ma è comunque un soggetto in controllo, che può continuare a lavorare per gestire la sua situazione sul lungo periodo, senza il panico diretto cui deve invece far fronte una banca commerciale che si trovi ad affrontare una situazione debitoria profonda».

Le banche centrali di fatto affrontano oggi il grande tema relativo alle interferenze istituzionali sul loro operato, e sarebbe forse opportuno riconoscerne definitivamente il ruolo di governo e cooperazione con le autorità fiscali, divenuto inevitabile in anni di costante tumulto economico.

Geneve Invest è una società con sede a Ginevra, in Svizzera, e in Lussemburgo. Si occupa di gestione patrimoniale indipendente, concentrandosi, principalmente, su investimenti azionari e a tasso fisso e per questo motivo è un interlocutore estremamente affidabile quando si parla di mercati e finanza nel 2020.

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