Banche italiane: fusioni al via. Gli istituti interessati

C. G.

01/10/2019

Al via le fusioni tra banche di Borsa Italiana: ecco le probabili protagoniste

Banche italiane: fusioni al via. Gli istituti interessati

Il tema delle fusioni tra le banche di Borsa Italiana non ha mai smesso di tenere il mercato con il fiato sospeso.

Negli ultimi anni, le difficoltà degli istituti di credito nostrani (Carige e Monte dei Paschi sono soltanto gli ultimi due esempi più lampanti) hanno portato a galla le esigenze di consolidamento del settore.

Ebbene, secondo diversi osservatori, la stagione autunnale appena iniziata potrebbe rivelarsi particolarmente proficua in tal senso. Per dirla in altre parole, nei prossimi mesi le fusioni tra le banche italiane inizieranno a delinearsi.

Fusioni banche italiane: i nomi più probabili

Sul tema è intervenuta una recente indagine pubblicata sull’inserto Affari & Finanza di La Repubblica, secondo cui le banche italiane non punteranno soltanto alle fusioni, ma anche a ripristinare la qualità degli attivi e la redditività.

In questo contesto si inseriranno anche le esigenze di consolidamento e le esortazioni delle istituzioni quali Bankitalia, che cercheranno di spingere all’unione soprattutto i player meridionali.

Una delle fusioni più accreditate su Borsa Italiana, hanno continuato i rumor, potrebbe essere quella tra UBI Banca e Banco BPM (quest’ultima nata a sua volta dall’aggregazione fra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano).

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, tra l’altro, proprio UBI si starebbe preparando al risiko del settore. Pur non avendo aperto alcun dossier, l’istituto sarebbe infatti pronto a giocare un ruolo da protagonista.

Sul tema hanno fatto chiarezza le ultime dichiarazioni di Castagna, l’Amministratore delegato di Banco BPM che ha definito sicuramente sensata l’ipotesi di fusione con UBI. Allo stesso tempo però il manager ha confermato come al momento non vi sia alcun dossier aperto.

Focus su MPS

Qualche tempo fa sul tema delle fusioni tra banche italiane si è espresso anche Il Sole 24 Ore. Il quotidiano economico è tornato sul tema del consolidamento e ha provato a immaginare l’avvicinamento tra le citate Banco BPM, UBI Banca, BPER e MPS.

Proprio Monte dei Paschi di Siena si è riportata sotto i riflettori con l’arrivo del nuovo anno. Tutto è iniziato nel momento in cui la BCE ha pubblicato una bozza di decisione sullo SREP 2019 rimarcando i punti di forza e quelli di debolezza dell’istituto senese, al quale ha chiesto di fare di più sul fronte crediti deteriorati incrementando i livelli di copertura sullo stock di NPL. Un diktat, questo, che ha affossato tutte le banche di Borsa Italiana.

Da quel momento in poi il mercato e gli osservatori sono tornati a interrogarsi sulle esigenze di consolidamento di un settore sul quale hanno pesato anche le difficoltà di Banca Popolare di Bari e Carige, finalmente salva.

Più di recente il Tesoro ha confermato che il definitivo rilancio di MPS passerà per un inevitabile consolidamento: il piano verrà comunicato entro la fine dell’anno, ma non è chiaro se la fusione tanto agognata si realizzerà.

Perché le aggregazioni sono probabili

Ad oggi il settore bancario italiano è composto da numerose entità di piccole dimensioni rese sempre più fragili negli anni dal fardello dei crediti deteriorati. Anche la vigilanza europea sta oggi spingendo affinché queste realtà si fondano creando gruppi più solidi.

Secondo le indiscrezioni citate, le fusioni tra le banche italiane potrebbero trovare fondamento e avvalersi di due considerazioni: il contesto economico sfavorevole e le basse valutazioni di mercato.

L’esortazione di Bankitalia

Anche Via Nazionale si è espressa sulle esigenze di consolidamento del settore. Più nello specifico le esortazioni dell’istituto hanno riguardato le banche italiane del Sud. Le loro fusioni potrebbero permettere di:

“realizzare economie di scala e di diversificazione e di mettere a fattor comune le conoscenze sull’economia reale”.

L’obiettivo, secondo il Direttore Generale Panetta, non dovrà essere quello di creare banche del territorio, ma istituti in grado di sfruttare la tecnologia per operare con la massima efficienza.

L’appoggio delle autorità e del mercato potrebbe essere fondamentale per la buona riuscita delle operazioni: le ipotizzate fusioni tra le banche italiane citate, insomma, potrebbero trovare un terreno fertile su cui svilupparsi.

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