Il rinomato economista Bernd Raffelhüschen, professore di Scienze finanziarie presso l’Università tedesca di Friburgo ed esperto di evoluzione demografica, nonché presidente della fondazione Stiftung Marktwirtschaft (“Economia di mercato”) alcuni anni fa (nel 2011 per la precisione) ha pubblicato uno studio sulla sostenibilità al lungo termine delle finanze pubbliche dei 12 Stati fondatori dell’Eurozona (basandosi sui dati 2010). Dall’analisi della fondazione sono rimasti infatti esclusi Slovenia, Slovacchia, Estonia, Cipro e Malta, in quanto Paesi, a quell’epoca, di più recente adesione.
Ebbene dal suddetto studio emerge un risultato molto, ma molto interessante. Il titolo del comunicato stampa diffuso dalla fondazione è già di per sé esemplificativo: “Italia urrà, Lussemburgo puah”.
I dati raccolti dal Professor Raffelhüschen dimostrano infatti che, pur essendo messa male, l’Italia è il Paese che ha il debito pubblico più sostenibile d’Europa, seguita a distanza proprio dalla Germania. Gli altri Stati? Beh, si trovano in una situazione pessima.
Ma andiamo a conoscere nel dettaglio i risultati dello studio
Lo studio
Quanto appena detto potrà sembrare paradossale e poco veritiero a molti quindi, prima di parlare di risultati, occorre sottolineare che lo studio del Professor Raffelhüschen si riferisce sia al debito esplicito (il classico debito pubblico pari, per il nostro Paese al 120% del PIL nel 2011 e al 127% nel 2012) che a quello implicito, ossia al calcolo del debito basato sugli impegni presi da uno Stato per i decenni successivi e riguardante soprattutto l’invecchiamento: pensioni in maturazione, spesa sanitaria, saldo primario, ecc.
Adesso andiamo ai risultati: sommando il debito pubblico esplicito italiano del 2010 (118,4%) al debito pubblico implicito (27,6%) si ottiene un risultato totale pari al 146% del PIL. La Germania è seconda in classifica con un debito esplicito pari all’83,2% del PIL e un debito implicito corrispondente al 109,4% (totale 192,6%).
Di seguito il grafico che dimostra quanto appena detto ed elenca la classifica della sostenibilità del debito dei 12 Stati dell’Eurozona:
La Germania
In base a questi risultati, il Professor Raffelhüschen ha duramente criticato i tedeschi accusandoli di seguire un percorso poco sostenibile a colpi di “regali” nel campo dello Stato sociale.
Secondo i calcoli della fondazione infatti, le prospettive per la Germania sono tutt’altro che rosee: la riforma fiscale, l’aumento delle spese sanitarie e pensionistiche causeranno nel lungo termine un’esplosione del debito difficilmente controllabile che costerà al Paese, nel 2050, 1.360 miliardi per le sole pensioni (giusto per essere chiari nel 2010 il debito pubblico complessivo della Nazione tedesca si aggirava intorno ai 1.900 miliardi).
L’Italia
Insomma, l’Italia, sommando debito esplicito ed implicito, otterrebbe un risultato inferiore del 50% rispetto a quello tedesco.
A detta del Professore:
“l’Italia dopo la Francia (che comunque è solo quinta nella «classifica», ndr) secondo le nostre stime sarà il Paese con il più basso incremento di spese per pensioni, sanità e assistenza per anziani. Il saldo primario italiano è molto incoraggiante”.
Secondo l’economista la nostra Nazione dovrebbe continuare sulla strada intrapresa due anni fa, ma deve comunque stare attenta perché qualcosa potrebbe “intervenire ad ammazzarla nel breve termine”.
Ricordiamo infatti che il citato studio riguarda prospettive a lungo termine, ma guardando ad orizzonti più brevi, la situazione potrebbe modificarsi.
A questo punto, la conclusione è la seguente:
“l’Italia non solo precede chiaramente la “locomotiva” Germania, ma anche tutti gli altri stati dell’Euro a 12. E dunque l’Italia può contare, a lungo termine, su uno sviluppo positivo delle finanze pubbliche”.
Gli altri Paesi
Se guardiamo poi ai risultati degli altri Paesi, la situazione diventa quasi sconcertante: all’ultimo posto troviamo l’Irlanda con un debito complessivo pari al 1.497,2% del PIL, mentre al penultimo figura il ricchissimo e virtuosissimo Lussemburgo con un debito totale del 1.404,7%, a prescindere dal fatto che il debito esplicito del 2010 fosse pari al 19,1%.
L’aggiornamento dello studio
Questo studio è stato ripreso ed integrato con un altro da Nzz (Neue Zürcher Zeitung). Nell’analisi è stata aggiunta anche la Svizzera, ma il risultato è esattamente lo stesso: l’Italia rimane il Paese con il debito più sostenibile dell’Eurozona, mentre la Svizzera, non compresa nello studio del 2011, si piazza al terzo posto.
Insomma forse chi ci accusa (per certi versi a ragione) di essere messi tanto male, dovrebbe guardare un po’ di più a casa propria ed iniziare a farsi due conti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA