Durante l’ultimo Consiglio UE i leader dei 27 Stati membri hanno trovato un accordo sul bilancio pluriennale 2021-2027. Ecco che cosa prevede.
C’è l’intesa sul bilancio pluriennale dell’Unione europea. I leader dei 27 Stati membri – che si sono riuniti durante l’ultimo Consiglio UE - hanno approvato i termini del pacchetto finanziario globale, definito lo scorso mese dalla presidenza tedesca del Consiglio e dai negoziatori del Parlamento europeo.
Il pacchetto integra il quadro finanziario 2021-2027 – che avrà una dotazione di 1.074,3 miliardi di euro – con il Recovery Fund, strumento per la ripresa che inietterà nelle casse continentali 750 miliardi. Superato, dunque, lo stallo provocato dall’ostruzionismo di Polonia e Ungheria, grazie soprattutto ai buoni uffici di Angela Merkel che hanno permesso di non far saltare il banco nelle settimane più calde dell’anno.
Di seguito i termini dell’accordo raggiunto dalle alte cariche del continente che, oltre al Recovery Fund, getterà le basi per la transizione green e digitale dell’Unione europea.
Bilancio UE: che cosa prevede
La fumata bianca è arrivata con un tweet. Nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 10 dicembre, il presidente del Consiglio europeo – il belga Charles Michel – ha annunciato la conclusione dei lavori sul quadro finanziario pluriennale e sul Recovery Fund.
Spazzato, dunque, quel velo di incertezza che aleggiava da giorni sul vertice di Bruxelles. Come noto, nelle ultime settimane Polonia e Ungheria avevano deciso di apporre il loro veto allo strumento di aiuti economici europeo a causa delle condizionalità legate allo stato di diritto.
L’impasse – superata grazie agli straordinari diplomatici della Premier tedesca Angela Merkel – avrebbe costretto l’Unione europea all’adozione di un esercizio di bilancio provvisorio per la prima volta nella storia continentale. Non solo: come ammesso negli scorsi giorni dal commissario al bilancio UE – l’austriaco Johannes Hahn – Varsavia e Budapest rischiavano di essere di fatto estromesse dagli aiuti economici anti-Covid, con la macchina burocratica europea che si stava già muovendo verso una nuova soluzione limitata a 25 Stati.
L’accordo – che è indubbiamente un successo delle istituzioni europee – affonda le radici sul compromesso. La ricezione dei fondi rimarrà ancorata al rispetto dei principi e dei valori promossi dall’Unione europea, ma - diversamente da quanto determinato originariamente - potrebbe volerci almeno un anno e mezzo per attivare la procedura di blocco dei finanziamenti in caso di violazione. Tempo, questo, che permetterà a Polonia e Ungheria di respirare.
Intanto, i 750 miliardi di euro previsti dal Recovery Fund potranno iniziare ad affluire nella casse degli Stati membri. Di questi, 209 miliardi saranno destinati all’Italia per finanziare i progetti tesi al rilancio e al rinnovamento dell’economia nazionale. Esulta il premier Conte, che a margine del Consiglio UE ha dichiarato: “Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre”.
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1.800 miliardi per un’Europa verde e digitale
Non solo il superamento dello stallo sul fronte del Recovery Fund. Le trattative dei 27 capi di Stato e di Governo durante il Consiglio UE hanno portato anche all’approvazione del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 che, unitamente allo strumento di aiuti economici, andrà a costituire un pacchetto globale da 1.824,3 miliardi di euro.
Ne escono rafforzati programmi come Orizzonte Europa, UE per la salute e Erasmus+, grazie ad una dotazione di 15 miliardi di euro suddivisa in mezzi supplementari (12,5 miliardi) e riassegnazioni (2,5 miliardi).
Ma l’accento viene posto anche sulla necessità di affrontare efficacemente le sfide ambientali nei prossimi anni. In tal senso, l’Unione europea ha fissato degli obiettivi più ambiziosi in tema di biodiversità e clima.
Aumentano anche le spese relative alla difesa, che passano dai 0,5 miliardi di euro del 2014-2020 ai 7 miliardi del nuovo bilancio. Previsto inoltre un finanziamento da 5 miliardi di euro per lo European Peace Facility, uno strumento europeo considerato alquanto controverso a causa dell’esportazione di armi in zone di conflitto previsto dal suo funzionamento.
Le istituzioni europee, in accordo con gli Stati membri, hanno deciso inoltre di premere l’acceleratore sul fronte della transizione digitale, rafforzata anche dai progetti nazionali in fase di definizione che dovranno essere sottoposti all’attenzione di Bruxelles per accedere ai fondi anti-Covid.
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