Quali fattori incideranno sul Bitcoin nei prossimi mesi? Ecco i due trend dominanti che spigeranno il rialzo.
Il settimanale statunitense TIME ha etichettato il 2020 come il peggior anno della storia. Del resto, le restrizioni implementate per rallentare la corsa del virus hanno profondamente fiaccato i fondamentali economici a tutte le latitudini, finendo anche per avvolgere l’umanità tutta con il velo della solitudine.
Ma in tempi di crisi, si sa, ci sono vincitori (pochi) e vinti (molti): tra i primi, nell’anno pandemico su cui a breve calerà il sipario, i giganti tech statunitensi, ma anche quelle criptovalute che hanno beneficiato della debolezza del dollaro e dei diffusi timori sull’andamento dell’inflazione.
A dettare legge ancora il Bitcoin, che nell’arco di dodici mesi è passato da quota 7.323 dollari agli oltre 23.700, per una variazione percentuale che sfiora il 230%. Inimmaginabile, due anni fa, quando lo scoppio di una bolla fece colare a picco la più blasonata delle criptovalute.
Ora, quali trend influiranno sul Bitcoin nei prossimi mesi? Prospettive lusinghiere su un rally duraturo dell’asset non mancano, e sono alimentate da alcuni fattori rialzisti che secondo gli analisti avranno un profondo impatto sul mercato delle crypto: i dettagli.
1) L’aumento di notorietà del Bitcoin
I Bitcoin non sono un prodotto di nicchia. O, almeno, non lo sono più, grazie soprattutto a quella credibilità che gli è stata conferita dai principali colossi dei pagamenti online, come PayPal e Square, con i loro servizi ora aperti anche ai wallet digitali.
Un trend, questo, che non è destinato ad esaurirsi nel breve periodo. Al contrario, nel 2021 l’adozione della criptovaluta procederà a ritmi sostenuti, così come finirà per crescere anche il numero di esercizi commerciali disposti ad accettare pagamenti in Bitcoin. Probabile, inoltre, che già nei prossimi mesi degli istituti bancari europei o statunitensi permetteranno ai loro clienti di parcheggiare le valute virtuali.
Tuttavia, visto il volume degli affari, è indubbio che le Big tech tenteranno di prendersi la loro fetta. Facebook sta per lanciare – sebbene in una forma depotenziata – la sua criptovaluta Libra, ma anche Google, Netflix e Apple da tempo strizzano l’occhio al mercato delle crypto. Il 2021, forse, sarà l’anno giusto.
In questa direzione procedono anche le banche centrali, con la Cina che quest’anno ha avviato il suo progetto pilota relativo allo yuan digitale. Nei prossimi mesi la criptovaluta di Stato inizierà a circolare anche al di fuori delle quattro città coinvolte nella fase di test, mentre la BCE e la Federal Reserve potrebbero accelerare sulla versione virtuale dell’euro e del dollaro.
2) L’impatto di Joe Biden sul Bitcoin
D’altra parte, alcune indiscrezioni da Washington parlano di una prossima stretta sul mercato delle criptovalute. La formulazione di nuove regole non rientra certamente tra le priorità che impegneranno l’amministrazione Biden nei primi mesi di mandato, ma è indubbio che il democratico – presto o tardi – vorrà intervenire per scongiurare un uso improprio delle monete digitali, visti anche i diversi casi di frode rimasti sostanzialmente impuniti grazie all’anonimato garantito dalle principali criptovalute.
Non cambierà, invece, la volatilità del mercato. Il Bitcoin, come del resto tutte le valute virtuali, non ancora il suo valore ad un elemento fisico (come l’oro), ma piuttosto alla fiducia degli investitori. Di conseguenza, la sua quotazione risponde dell’umore volubile dei mercati e delle news che periodicamente irrompono sulla scena: anche nel 2021 bisognerà allacciarsi stretta la cintura.
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