I Bitcoin consumano più energia dell’Argentina: lo studio

Martino Grassi

14/02/2021

I Bitcoin consumano più energia dell’Argentina, a rivelarlo uno studio shock condotto dall’Università di Cambridge.

I Bitcoin consumano più energia dell’Argentina: lo studio

I Bitcoin consumano una quantità di energia superiore a quella dell’Argentina. A renderlo noto è un nuovo studio shock dell’Università di Cambridge che mette in risalto la vertiginosa quantità di energia necessaria per lo svolgimento dei calcoli informatici che permettono di verificare tutte le transazioni della criptovaluta.

Che la digitalizzazione avessi degli effetti negativi anche sull’ambiente non è una novità. Due anni fa l’allarme era stato lanciato dagli esperti ambientali del Verbraucher Service Bayern, il servizio per i consumatori bavarese, mettendo in evidenza le cospicue emissioni di anidride carbonica dovute alle attività digitali.

I Bitcoin consumano più energia dell’Argentina

La più famosa criptovaluta richiede un quantitativo energetico superiore a quello dell’Argentina. Stando alle stime dei ricercatori di Cambridge, i Bitcoin consumano circa 121,36 terawattora (TWh) all’anno. Questo valore, continuano gli scienziati, continuerà a salire sempre più a meno che il valore della criptovaluta non crolli, un’ipotesi abbastanza remota per il momento.

Come ha spiegato anche Michel Rauchs, coautore della risorsa online in grado di elaborare queste stime: “È davvero in base alla progettazione che Bitcoin consuma così tanta elettricità. Questo non è qualcosa che cambierà in futuro a meno che il prezzo dei Bitcoin non scenda in modo significativo”.

Al momento sempre più aziende infatti hanno deciso di investire in Bitcoin, proprio come Tesla. Dopo l’annuncio di Elon Musk, con cui ha dichiarato di aver acquistato $1,5 miliardi di Bitcoin e di star programmando di accettare questa valuta come pagamento, il valore della criptovaluta è salito alle stelle, facendone aumentare il del 350% negli ultimi 12 mesi.

Bitcoin tra i primi 30 Paesi del mondo per consumo energetico

La sempre maggiore appetibilità e fascino che questa valuta ha, sta spingendo i minatori di Bitcoin ad estrarne quanti più possibili, lasciando le macchine perennemente in funzione e incrementando quindi il consumo di energia. I Bitcoin infatti non sono monete fisiche, e dunque tutte le transazioni che vengono effettuate online devono essere monitorate continuamente.

In sostanza i Bitcoin rappresentano un vera e propria minaccia ambientale. Nel caso in cui i Bitcoin fossero uno Stato rientrerebbero tra i primi 30 Paese al mondo per consumi di energia, superando anche l’Argentina. David Gerard, autore di Attack of the 50 Foot Blockchain, conclude affermando che:

“Il Bitcoin è letteralmente anti-efficiente. Quindi un hardware di mining più efficiente non sarà d’aiuto: sarà solo in competizione con altri hardware di mining efficienti. Ciò significa che l’uso di energia di Bitcoin, e quindi la sua produzione di CO2, è solo una spirale verso l’esterno”.

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