Bitcoin a picco dopo il record: cosa c’è dietro il tonfo?

Pierandrea Ferrari

19 Aprile 2021 - 12:39

Dopo aver tracciato un nuovo record storico a 63.588 dollari, il Bitcoin ha perso il 10,6% in meno di una settimana. Cosa c’è dietro il tonfo? Svanito l’effetto Coinbase, ora sono le indagini del Tesoro USA a frenare la crypto.

Bitcoin a picco dopo il record: cosa c’è dietro il tonfo?

Dopo aver cavalcato l’onda dell’Ipo di Coinbase, il maxi-exchange sbarcato sul Nasdaq la scorsa settimana, e tracciato un nuovo record storico a quota 63.588 dollari, il Bitcoin è tornato a rallentare, perdendo il 10,6% in sei giorni.

Cosa c’è dietro il tonfo? Secondo gli analisti le ultime mosse del Tesoro USA, che si starebbe apprestando ad avviare una indagine sul mercato delle criptovalute. Una decisione coerente, a ben vedere, con l’orientamento critico espresso fin qui dalla segretaria Janet Yellen, dalla presidente della BCE Christine Lagarde e dal governatore della Fed Jerome Powell, che da tempo pongono l’accento sulla necessità di implementare nuove regolamentazioni per prevenire le attività di riciclaggio ed altri illeciti.

Bitcoin, dietro il tonfo l’ombra del Tesoro USA

Ma andiamo ai fatti: al momento della scrittura il Bitcoin viene scambiato a 56.850 dollari, in sensibile rialzo rispetto ai minimi toccati nel fine settimana, a poche spanne dalla soglia dei 50.000. Ancora marcato, però, il ritracciamento degli ultimi sei giorni, ovvero dai massimi storici: -10,6%.

Quotazione Bitcoin dal 13/4/2021 al 19/4/2021

Svanita l’Ipo stellare di Coinbase, e così la fibrillazione che aveva avvolto i mercati sin dalla vigilia, alimentando le fiammate di Bitcoin & Co. (in orbita persino Dogecoin, la crypto-meme cara a Elon Musk), sulle crypto tornano le ombre delle regolamentazioni, ed è proprio sua maestà il BTC a pagare lo scotto.

Regolamentazioni che per ora assumono le forme di una indagine del Tesoro USA, come riferito da Bloomberg, con alcune delle maggiori istituzioni finanziarie statunitensi che, stando sempre alla fonte, dovrebbero essere presto raggiunte da decine di avvisi di garanzia. Sotto la lente, oggi come ieri, la natura stessa del mercato delle crypto, che secondo l’asse Tesoro-BCE-Fed sarebbe una via preferenziale per il riciclaggio di denaro sporco e, più in generale, per le attività delle organizzazioni criminali.

Nulla di nuovo sotto il cielo delle crypto, a ben vedere. Al Bitcoin e alle altre Altcoin, sin dall’alba dei tempi, vengono infatti contestate due cose: essere uno strumento speculativo e offrire il fianco, grazie al velo dell’anonimato, a manovre illecite. Ma l’accelerata del Tesoro USA rischia ora di trasformare timori di lungo corso in realtà, e il mercato sembra già prendere le misure.

Anche Ethereum perde quota

E a pagare il conto, negli ultimi giorni, anche la seconda crypto per market cap, Ethereum. Dopo aver toccato nuovi massimi, il 15 aprile, a 2.516 dollari, l’Altcoin ha perso in poche sedute il 10,6%, scivolando a 2.249. La market cap, in virtù del passo falso, cala così fino a 260 miliardi di dollari, sebbene ancora a distanza di sicurezza dal terzo gradino del podio di Binance Coin.

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