La Bank of England ha messo in campo gli stimoli monetari da tempo attesi. L’economia si riprenderà? Probabilmente sì e a scapito dell’Europa, ecco perché.
La Bank of England questa volta non ha deluso le aspettative dei mercati ed ha attuato il tanto atteso taglio dei tassi di interesse, aumentando contemporaneamente la portata del Quantitative Easing.
La decisione del board della banca nazionale inglese è stata presa principalmente per cercare di attenuare i possibili effetti di un rallentamento economico dell’Uk scatenato dalla Brexit.
Il cambiamento di politica monetaria inglese non è stato però recepito con molto entusiasmo dalle Borse europee, le quali hanno perso smalto rispetto ai forti rialzi di questa mattina e portandosi attualmente sui minimi intraday. Effettivamente, una svalutazione massiccia della sterlina non è proprio una buona notizia per le aziende europee, in particolar modo per quelle tedesche. Ecco il perché.
Regno Unito: la Bank of England aumenta Qe e taglia tassi di interesse
La Bank of England non ha deluso le attese ed ha attuato le modifiche di politica monetaria da tempo attese. Sono stati tagliati i tassi di interesse dello 0,25%, mentre il Quantitative Easing è stato incrementato di £60 miliardi. Questo per evitare una recessione dell’economia inglese, sulla quale potrebbero pesare gli effetti della Brexit.
L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea ha in effetti dato inizio alla crisi del settore immobiliare, in particolare quello londinese, da tempo in bolla. La divergenza tra l’aumento dei prezzi delle case inglesi e dei salari medi è aumentata sempre più negli ultimi anni, lasciando così un chiaro segnale di una bolla in atto.
Regno Unito: sterlina e prezzi delle case sempre più giù
Nelle scorse settimane, in seguito all’uscita del Uk dall’UE, alcuni fondi immobiliari di grandi dimensioni sono stati congelati per via delle numerose richieste di chiusure delle partecipazioni da parte degli investitori (le cosiddette “redemption”).
Primi segnali della fine della bolla che potrebbe causare un collasso dei prezzi delle case. Fa seguito il forte calo della sterlina, che oggi ha avuto un ulteriore slancio dopo le misure adottate dalla Bank of England. Questo però, aiuterà l’economia inglese a riprendersi mentre per i Paesi facenti parte dell’Unione Europea la notizia non è proprio positiva.
Regno Unito è importatore netto di beni UE per €118 mld
Stando ai dati della Commissione Europea, il Regno Unito è importatore netto di beni dall’Unione per €118 miliardi. Questo vuol dire che per l’UE, l’Inghilterra è una fonte primaria di export e quindi difficilmente sanzionabile da dazi come ipotizzato da qualche membro europeo nelle settimane pre-Brexit.
Germania è secondo partner commerciale Uk
Se si guarda ancora più a fondo, stavolta utilizzando i dati dell’OEC (Observatory of Economy Complexity), il quale a sua volta utlizza i dati COMTRADE delle Nazioni Unite, ci si accorge che uno dei maggiori partner commerciali del Regno Unito è la Germania (dati riferiti al 2014). In termini di esportazioni, il Paese della regina Elisabetta dispaccia beni per $46,5 miliardi alla Germania, ossia il 9,8% del totale delle esportazioni inglesi.
Dall’altro lato, il Uk importa dai teutonici beni per $100 miliardi, pari al 15% del totale delle importazioni inglesi. Nel complesso, il saldo import-export Germania-Regno Unito è negativo per oltre $50 miliardi.
Regno Unito: auto e parti di veicoli il bene più importato, segue Crude Oil
Il bene più importato in assoluto dal Regno Unito sono automobili e parti di veicoli, che contano per il 7,12% dei beni importati. Segue poi il Crude Oil, il secondo bene più importato dall’Inghilterra.
Una svalutazione della Sterlina abbastanza massiccia nei confronti di Euro e Dollaro statunitense, potrebbe avere risvolti non proprio positivi né per la Germania, né per l’Europa (l’Italia esporta €12 miliardi di beni in Uk), né per il petrolio e nemmeno per il mercato automotive.
Lezione per l’UE: serve maggiore sovranità nazionale
Il crollo dei prezzi degli immobili inglesi, la Sterlina sempre più giù e politiche fiscali a sostegno dell’economia reale (ad esempio il taglio delle tasse alle imprese, le quali scenderanno al 15% oltremanica) avranno un effetto positivo esclusivamente per il Regno Unito nel medio-lungo termine.
Maggiore sovranità nazionale e zero austerity, è questo quello serve al contrario di quanto osserva il governatore della BundesBank, Jens Weidmann, il quale proprio oggi ha sostenuto che i Paesi membri dell’Eurozona devono cedere maggiore sovranità alle autorità europee.
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