Il discorso di Theresa May alla nazione: non vi sarà alcuna Brexit con accordo il prossimo 29 marzo
Non vi sarà alcuna Brexit il 29 marzo prossimo.
A dirlo la stessa Theresa May in occasione del discorso alla nazione pronunciato nella serata di ieri, mercoledì 20 marzo.
Come già preannunciato, il Primo Ministro britannico ha confermato la sua intenzione di chiedere all’Unione europea un’estensione breve della Brexit fino al 30 giugno prossimo. Un’eventualità contro la quale si è già scagliata la Commissione europea, pronta sì a concedere un rinvio, ma solo fino alle elezioni di fine maggio.
Niente Brexit il 29 marzo?
Theresa May si è detta profondamente contraria all’ipotesi di un nuovo referendum e dispiaciuta del fatto che il Regno Unito non lascerà l’Unione europea con un’intesa il prossimo 29 marzo 2019.
Nel discorso alla nazione di ieri sera, il Primo Ministro ha accusato il Parlamento di non aver approvato nessuno dei due accordi trovati con Bruxelles e di aver in questo modo osteggiato la Brexit. Allo stesso tempo la May ha esortato i suoi colleghi a intraprendere una strada definitiva e a scegliere un volta per tutte tra:
- l’accordo già trovato;
- l’ipotesi no-deal;
- l’addio alla Brexit.
Il Primo Ministro ha altresì confermato la richiesta di estensione dell’Articolo 50, ricordando come nei suoi piani vi sia soltanto il rinvio del divorzio dal 29 marzo al 30 giugno.
“Sono contraria a una lunga estensione. Il risultato sarebbero infinite ore di dibattiti in quest’aula che continua a contemplare il suo ombelico sull’Europa e non riesce ad affrontare le questioni che contano davvero per i nostri elettori”.
La richiesta di rinvio ha trovato ragion d’essere nel fatto che un terzo voto sull’accordo di divorzio (escluso già dallo speaker della Camera) non potrà tenersi prima del 29 marzo.
La risposta dell’Ue
La posizione dell’Unione europea a fronte delle dichiarazioni e delle richieste della May è stata piuttosto chiara:
“Alla luce delle discussioni che ho condotto negli ultimi giorni credo che una breve estensione della Brexit sia possibile ma condizionata a un positivo sostegno del Parlamento britannico all’accordo”,
ha affermato ieri Donald Tusk.
Saranno proprio gli Stati membri dell’Ue a doversi esprimere sull’ipotesi di rinvio della Brexit. Già nel summit di oggi il tema potrebbe essere affrontato seppur senza esiti risolutivi.
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