Il fondatore della casa d’investimento finita nell’occhio del ciclone: “Su un totale di 34 miliardi di attivi in gestione solo 1,4 miliardi sono stati investiti in titoli illiquidi; il clamore suscitato dalla decisione di Morningstar è stato sproporzionato”
Dopo il gran polverone sollevato la scorsa settimana si torna a parlare dei fondi H20 e a farlo in prima persona è Bruno Crastes, fondatore della casa di investimento controllata al 50% dalla banca d’affari francese Natixis IM, che affida le sue parole a Il Sole 24 Ore di oggi.
L’allarme riscatti sui fondi comuni della società di gestione H2O è stato esagerato, così sintetizza Crastes al giornalista che lo incalza: «Su un totale di 34 miliardi di attivi in gestione solo 1,4 miliardi sono stati investiti in titoli illiquidi; il clamore suscitato dalla decisione di Morningstar è stato sproporzionato», ha spiegato il gestore.
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Fondi H20 illiquidi? «Sono altri ad avere questi problemi»
Dopo la notizia molti fra i sottoscrittori dei fondi H2O sono corsi ai ripari: la scorsa settimana sono fuggiti quasi 6 miliardi di euro a causa dei riscatti sulle tre linee Allegro, Adagio e Multibonds. Per tamponare la situazione e frenare i riscatti la società di Bruno Crastes è scesa direttamente in campo ed in un sol giorno ha venduto titoli illiquidi per circa 300 milioni.
Chi ha comprato i bond senza rating da H20? Crastes conferma che sono stati tre investitori dei quali non fa nomi. Il patron dell’asset manager giura che ora il rischio dei portafogli è sotto controllo: «Ora il 98% dell’intero portafoglio è sotto controllo e adesso che il polverone si sta calmando, posso dirle che abbiamo superato lo stress test: le nostre performance sono ancora positive, i riscatti ormai sono pochi e stanno tornando le sottoscrizioni sui nostri fondi».
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