Buoni fruttiferi postali: Poste Italiane prevede rimborsi frazionati del capitale e la cointestazione del buono. Scopriamo a quali condizioni.
Come funziona la cointestazione dei buoni fruttiferi postali emessi da Poste Italiane e il loro rimborso frazionato?
I Bfp rappresentano uno degli strumenti di risparmio più apprezzati dagli italiani, grazie anche alla loro sicurezza nonché alla possibilità di cointestare il buono postale a un massimo di 4 persone (spesso appartenenti allo stesso nucleo famigliare).
In più, nel caso il buono fruttifero sottoscritto sia dematerializzato è possibile richiedere, a condizioni che spiegheremo, un rimborso frazionato del capitale depositato.
Discorso diverso per i buoni fruttiferi postali cartacei - altra versione resa disponibile da Poste Italiane e, come nel caso dei buoni dematerializzati, garantiti da Cassa Depositi e Prestiti - i quali sono indivisibili e per cui non è disponibile il rimborso frazionato.
Dopo aver letto la guida ai completa sui buoni fruttiferi postali di Forexinfo.it. vediamo nel dettaglio il funzionamento della cointestazione e le condizioni che ne permettono il rimborso frazionato al risparmiatore che ne fa richiesta.
Buoni fruttiferi postali, cointestazione: come funziona?
Poste Italiane consente a coloro i quali hanno sottoscritto un buono fruttifero postale di cointestare lo stesso ad altre persone. Il regolamento prevede una cointestazione di massimo quattro persone. Il regolamento non dice nulla sull’appartenenza allo stesso nucleo familiare.
Ad ogni titolare del buono è concessa “facoltà di rimborso disgiunto”, vale a dire che ad ognuno degli intestatari è consentito richiedere indietro una parte di capitale anzitempo rispetto alla naturale scadenza (se non diversamente specificato in occasione della sottoscrizione).
Tuttavia, la questione si complica quando un cointestatario muore e si pone così l’incognita della successione. Secondo Poste Italiane, la morte di cointestatario preclude ad un singolo erede di fruire del capitale accumulato dal defunto. Nel caso di una cointestazione multipla, infatti, il capitale del defunto andrà a tutti gli aventi diritto. Diverse cause intentate da eredi legittimi (figli ecc.) hanno però dato torto a Poste Italiane.
Buoni fruttiferi postali: il rimborso frazionato
Quali differenze tra il rimborso frazionato su titolo dematerializzato e cartaceo?
Si parla di buoni fruttiferi dematerializzati quando al risparmiatore che decide di investire in detto titolo Poste Italiane riconosce una scrittura contabile, ovvero un conto, sia esso il Libretto di risparmio postale o il cc Bancoposta.
Per quanto concerne i buoni fruttiferi postali cartacei ci si riferisce a un titolo cartaceo emesso in tagli da 50 euro o multipli. Naturalmente, sta al risparmiatore conservare il titolo e presentarlo in occasione del rimborso.
Nel caso di un buono dematerializzato, come spiegato dal sito di Poste Italiane:
“è possibile rimborsare anche una frazione del valore nominale del Buono sottoscritto purché sia per multipli di 50,00 euro, ad eccezione dei BFP7insieme per i quali gli importi sono pari a 1.000,00 euro e multipli.
I BFPImpresa possono essere rimborsati anticipatamente anche per una frazione del valore nominale del buono sottoscritto purché sia per multipli di 50,00 euro e solo per la parte di valore nominale eccedente il taglio minimo iniziale di 5.000,00 euro.”
I buoni fruttiferi postali cartacei sono invece indivisibili e pertanto la loro riscossione frazionata è preclusa al risparmiatore, che non può che aspettare la scadenza o eventualmente richiedere il rimborso totale del capitale.
Perché il risparmiatore sceglie i buoni fruttiferi postali
I buoni fruttiferi sono titoli emessi e garantiti da Cassa depositi e prestiti, quindi dal Tesoro. A differenza di altre obbligazioni, i buoni fruttiferi postali presentano livelli di rischio pressoché nulli, dato che rendimenti e stabilità non dipendono dagli umori del mercato (che invece incidono sui titoli di stato, comunque asset sicuri).
Il risparmiatore che decide di investire in buoni fruttiferi postali incassa gli interessi al decorrere del sesto mese dalla sottoscrizione (o, in alternativa, dal dodicesimo). La particolarità - e, se vogliamo, la ragione che ne motiva il successo - è data dal fatto che il risparmiatore, generalmente un individuo avverso al rischio, può in qualsiasi momento richiedere indietro il capitale. Al momento si stima che gli italiani abbiano depositato nel circuito Poste Italiane un capitale del valore di 200 miliardi di euro.
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