Nell’ultimo anno il Bitcoin e il segmento tecnologico dell’azionario USA non hanno incontrato ostacoli. Ma, secondo l’ultima rilevazione di Deutsche Bank, gli investitori ora temono che dietro alla grande corsa della criptovaluta e dei titoli tech ci sia una bolla.
Una bolla sta continuando ad alimentare la corsa del Bitcoin e dei principali titoli tech.
Questo, almeno, il sentiment degli investitori rilevato dall’ultimo survey di Deutsche Bank, istituto bancario con sede a Francoforte. La questione è nota: dall’inizio della pandemia - fatta eccezione per il temporaneo sell-off dello scorso marzo – la criptovaluta e i giganti tecnologici statunitensi hanno cavalcato un trend rialzista senza precedenti, disseminando profitti e alimentando (crescenti) timori sulla solidità del rally.
Certo, la “stay-at-home-economy” ha rafforzato il business dei giganti tech a stelle e strisce, così come l’interesse degli hedge fund e l’apertura dei colossi dei pagamenti verso i wallet digitali hanno reso più “credibili” le valute virtuali, ma l’impennata delle quotazioni – ben oltre la soglia di guardia – da tempo fa storcere il naso agli analisti.
Bitcoin e titoli tech: gli investitori ora temono una bolla
Sotto i riflettori il Bitcoin: la criptovaluta creata da Satoshi Nakamoto – pseudonimo dietro al quale si nasconde l’ancora anonimo inventore – nel corso del 2020 ha scosso i mercati con continui allunghi, fino ad arrivare oltre quota 40.000 dollari (per poi ritracciare sotto i 35.000 dollari, segno di una volatilità crescente).
Sul ricco, ricchissimo treno della regina delle valute virtuali hanno tentato di salire migliaia di investitori negli ultimi mesi, incoraggiati anche dalla previsioni per il 2021 tracciate da alcune delle principali multinazionali USA, tra cui JP Morgan, a lungo ribassista sulla crypto.
Ma ora, con la pancia ancora gonfia di Bitcoin, il mercato sembra andare incontro ad una sorta di epifania. Deutsche Bank, infatti, ha rivelato che l’89% degli investitori – su un campione di 627 professionisti del mercato – non crede nella consistenza del rally della valuta virtuale e, al contrario, inizia già a sentire il retrogusto amaro di una bolla (risultato: 10 su 10 sulla “bubble scale”, un record).
A preoccupare, però, ci sono anche i rampanti titoli tech statunitensi: tra questi, oltre ai soliti nomi della Silicon Valley, la creatura green di Elon Musk, Tesla. Con un p/e ratio (rapporto prezzo-utili) ben oltre la soglia di guardia, la quotazione delle auto elettriche californiane potrebbe presto sgonfiarsi: secondo gli investitori interrogati da Deutsche Bank, infatti, il prezzo delle azioni è destinato a contrarsi nel breve termine, nonostante un seniment rialzista continui – ad oggi - a supportare la quotazione del titolo.
Il 2020 un anno d’oro per il Bitcoin e i colossi tecnologici
Se una bolla spegnerà le ambizioni del Bitcoin e della Silicon Valley, sarà il tempo a dircelo. Nell’attesa, i bull che hanno alzato l’asticella delle loro scommesse sulla criptovaluta e sulle Big tech statunitensi hanno buoni motivi per strappare un sorriso.
L’alta volatilità sta certamente mettendo a dura prova i cuori – seppur allenati – degli investitori, ma il consuntivo di fine anno del Bitcoin è stato particolarmente lusinghiero: +294,8%, senza contare l’ulteriore rialzo di inizio 2021 (+18,3%).
Umore alto anche dalle parti di San Francisco, in California, sede del polo tecnologico USA: colossi come Amazon, Google, Netflix e Apple hanno raccolto miliardi sul mercato, beneficiando di quell’economia a chilometro zero imposta dalla pandemia. Ma a rubare l’occhio, nel 2020, è stata proprio Tesla, in grado di registrare un rialzo del 58%, per poi rallentare nelle prime settimane di gennaio (-0,7%).
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