Dopo le amministrative prove di intesa tra Carlo Calenda e Matteo Renzi: l’idea sarebbe quella di dare vita a un nuovo polo centrista che potrebbe ambire anche alla doppia cifra.
Carlo Calenda non è riuscito ad arrivare al ballottaggio alle elezioni a Roma ma, forte del 20% dei voti ottenuti che gli hanno permesso di finire davanti alla sindaca uscente Virginia Raggi, è pronto ora a prendersi anche la scena nazionale.
Tutto nasce da un tweet pubblicato dal leader di Azione dove, riprendendo una analisi fatta da Bidimedia del voto nelle grandi città, viene lanciato un nuovo appello al Partito Democratico di “fare una scelta riformista e abbandonare i 5S al loro destino”.
Io credo che al netto di Roma sia arrivato il momento per il @pdnetwork di fare una scelta riformista e abbandonare i 5S al loro destino. Vale anche per coloro che davvero si richiamano ai valori dei popolari europei e che non vogliono morire sovranisti. Avanti! pic.twitter.com/UFp3C4fjlN
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) October 5, 2021
Il riferimento non è solo al ballottaggio del 17 e 18 ottobre, dove i voti di Calenda potrebbero fare molto comodo a Gualtieri, ma soprattutto a quell’alleanza tra i dem e i 5 Stelle che si appresta a diventare organica in vista delle prossime elezioni politiche.
Dopo aver abbandonato il PD all’indomani della nascita del secondo governo Conte, la proposta di Carlo Calenda agli ex compagni di partito appare essere chiara: mollare i pentastellati e aprire invece a una alleanza con i moderati.
Un appello che però difficilmente verrà accolto da Enrico Letta, fresco di elezione alla Camera nelle elezioni suppletive per il collegio di Siena, visto che il progetto giallorosso appare essere sempre più avviato.
L’ex ministro però avrebbe in tasca anche una sorta di piano di riserva: un’alleanza con Matteo Renzi e +Europa, partendo dal 9% incassato da questo fronte liberale nelle grandi città per creare una sorta di terzo polo centrista.
Calenda e Renzi si alleano?
L’esperimento di Roma senza dubbio è andato bene: il frontman Carlo Calenda sostenuto anche da Italia Viva e + Europa ha ottenuto il 20%, prendendo una valanga di voti nei quartieri del Centro e andando in doppia cifra anche nei Municipi più periferici.
Enrico Letta però non appare essere disposto a mollare il Movimento 5 Stelle, che a livello nazionale ha un peso ben diverso rispetto a quello delle amministrative, con il segretario del PD che invece al contrario spera di poter avvicinare i moderati al fronte giallorosso per la creazione di un nuovo Ulivo.
Anche questo progetto però appare destinato a naufragare: Conte non vuol più sentir parlare di Renzi e Calenda, dopo aver lasciato il partito proprio a causa dei pentastellati, perderebbe credibilità nel caso di una abiura nei confronti dei 5 Stelle.
In vista delle prossime elezioni politiche, per poter portare in Parlamento una consistente pattuglia di centristi pronti a fare da ago della bilancia tra centrodestra e giallorossi, l’unica soluzione per i moderati è quella di unire le proprie forze.
Azione, Italia Viva e +Europa potrebbero così dare vita a un terzo polo riformista, che magari potrebbe attirare anche i moderati del centrodestra: da Coraggio Italia di Toti e Brugnaro fino a quello che rimane dell’UdC. Una coalizione del genere alle urne potrebbe tranquillamente ambire alla doppia cifra.
Il colpaccio però sarebbe staccare Forza Italia dal resto del centrodestra, oppure anche solo quella parte degli azzurri che non vuole “morire” sovranista, creando così un polo centrista che si andrebbe a incentrare su quella che è stata denominata “l’agenda Draghi”.
Non sarà facile però far convivere nello stesso pollaio due galli come Carlo Calenda e Matteo Renzi, anche se per Italia Viva al momento l’unica possibilità di sopravvivenza politica appare quella di una intesa con Azione.
Quando il Parlamento a fine febbraio voterà per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica, si potranno intuire quelle che saranno le alleanze future: con un centrodestra così litigioso e un PD destinato a un simposio con i 5 Stelle, per i centristi questa potrebbe essere l’ultima chiamata per tornare a essere protagonisti nello scenario politico nazionale.
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