Il primo ministro canadese ha emesso un ordine per bloccare le transazioni in criptovaluta verso 34 crypto wallet legati al movimento no vax «Freedom Convoy».
Il governo canadese guidato da Justin Trudeau ha imposto una serie di restrizioni nei confronti di 34 wallet digitali legati ai manifestanti no vax che da settimane stanno tenendo sotto scacco il Paese.
Stando a quanto riportano i media locali, i fondi depositati sui crypto wallet colpiti dalle restrizioni supererebbero il milione di dollari, e più dell’80% dell’ammontare complessivo sarebbe detenuto in Bitcoin. Sebbene le autorità di Ottawa abbiano il potere di confiscare e prelevare il contenuto dei portafogli digitali, molti esperti pensano che non sarà affatto semplice portare a termine questa procedura, in quanto si tratterebbe di wallet decentralizzati, la cui gestione non è in mano a una singola società.
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Canada: nel mirino i crypto wallet dei no vax
Fonti governative canadesi riferiscono che il primo ministro, Justin Trudeau, ha ordinato a tutte le società sottoposte al controllo da parte della Financial Transactions and Reports Analysis Center of Canada (FINTRAC), l’ente preposto alla vigilanza finanziaria, di cessare con effetto immediato le donazioni verso 34 crypto wallet di proprietà degli organizzatori del «Freedom Convoy».
Si tratta nello specifico di 29 indirizzi Bitcoin, 2 indirizzi Ethereum, 1 indirizzo Cardano, 1 indirizzo Monero e 1 indirizzo Litecoin. La polizia canadese pensa che su questi portafogli digitali siano depositati circa $1,4 milioni in criptovaluta, e su alcuni wallet sarebbero transitati ben 20 BTC, che al tasso di cambio attuale equivalgono a quasi $870.000.
Il contenuto dei wallet non è stato ancora confiscato, dato che non è chiaro se i fondi siano archiviati su exchange soggetti al controllo diretto della FINTRAC o se sono invece conservati all’interno di dispositivi hardware. Non si esclude nemmeno che i manifestanti abbiano fatto uso di mixer, dei particolari software che garantiscono un alto livello di anonimato.
A ogni modo, si pensa che le restrizioni sui crypto wallet incriminati potranno rallentare le operazioni di fundraising del movimento no vax canadese, oltreché costituire un importante precedente per il futuro.
In che modo i no vax si finanziano con le crypto?
Il movimento no vax canadese non è certamente la prima organizzazione che decide di finanziarsi con le valute digitali, dato che già diverse organizzazioni hanno percorso questa strada negli ultimi anni: l’esempio più celebre è rappresentato dagli attivisti russi e Hong Kong, ma anche le organizzazioni criminali e terroristiche hanno finanziato parte delle loro attività con Bitcoin o altre crypto.
In un primo momento i sostenitori dei camionisti avevano iniziato a inviare denaro tramite il popolare portale di fundraising GoFundMe, sul quale era stata messa in piedi una campagna di raccolta fondi del valore di $9 milioni. In seguito alla sospensione della raccolta fondi, i manifestanti hanno lanciato la campagna «HonkHonk Hodl» mediante la piattaforma Tallycoin, la quale garantisce il trasferimento rapido e senza fee di Bitcoin. S’ipotizza che il movimento stia raccogliendo donazioni anche su canali Telegram o attraverso numerosi account social.
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