In assenza di un partner bancario per l’aggregazione, la Bce sarebbe favorevole all’ingresso di un fondo nel capitale di Carige
Viste le difficoltà a trovare una banca per l’aggregazione, la Bce potrebbe dare il via libera all’ingresso di un fondo nel capitale di Carige.
È questa l’ultima novità in merito al salvataggio dell’istituto ligure riportata da Il Messaggero. Secondo il quotidiano, infatti, i commissari avrebbero ricevuto rassicurazioni in tal senso direttamente da Francoforte.
Una circostanza che potrebbe far guardare al futuro con maggiore ottimismo, visto che al momento di banche interessate a un matrimonio con Carige pare ce ne sia solo una.
Carige: da Bce via libera a ipotesi fondo in capitale
La Bce, come è noto, aveva richiesto a Carige di individuare un partner bancario per procedere a un’operazione di aggregazione, ipotesi tra l’altro auspicata anche da Bankitalia. I tre commissari della banca ligure, Pietro Modiano, Fabio Innocenzi e Raffaele Lener, stanno avendo non poche difficoltà a trattare con altri istituti.
Ecco perché da Francoforte, stando a quanto riportato da Il Messaggero, si sarebbero detti disposti a dare il proprio benestare all’eventuale ingresso di un fondo nel capitale di Carige.
Intanto i tempi stringono ed entro giungo la banca di Genova deve presentare un piano di aggregazione. Un’operazione, quest’ultima, che si sta presentando piuttosto complessa visto che al momento, secondo indiscrezioni giornalistiche, sul tavolo della triade commissariale, di offerte da parte di istituti interessati ce ne sarebbe solo una.
Carige interessa agli investitori istituzionali
Fino ad oggi, il dossier di Carige non sembra aver suscitato l’interesse di altre banche. Secondo quanto emerge nelle ultime ore, i commissari avrebbero ricevuto 4-5 offerte non vincolanti, ma a presentarle sarebbero stati soprattutto investitori istituzionali: solo una banca, come detto, si è fatta avanti e sarebbe Credem.
Ecco dunque, l’ipotesi dell’ingresso di un fondo, che pare abbia trovato il favore della Bce
“a condizione che sia sottoposta a direzione, coordinamento e controllo di un fondo, purché solido e qualificato, sulla base di un piano industriale attuato con una governance definita”
scrive il quotidiano romano.
Credem non è interessata a Carige
In queste ore però, è arrivata la smentita di Credem che ha ribadito di non aver alcun interesse a una eventuale aggregazione con Carige.
“La nostra posizione non è cambiata, non siamo interessati”
ha dichiarato un portavoce della banca emiliana citata da Il Messaggero.
Oltre a Credem nelle ultime ore, anche un altro istituto ha ufficialmente comunicato di non voler studiare il dossier Carige.
Secondo quanto riportato ieri dalla Reuters, Andrea Munari, amministratore di Bnl, controllata italiana di Bnp Paribas ha ribadito che quest’ultima non nutre interesse verso una eventuale aggregazione.
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