Bankitalia è sicura: l’aggregazione con un altro istituto rappresenta la soluzione migliore per Carige. Quanto dovrebbe mettere in campo il governo per convincere un altro istituto a convolare a nozze con la banca genovese?
Un’aggregazione con un altro istituto rappresenta la soluzione migliore per Banca Carige. È quanto ha detto Fabio Panetta, Vice direttore generale della Banca d’Italia.
Pennetta, intervenuto in occasione di un’audizione in Parlamento sul decreto con le misure di sostegno varate dal governo a tutela dell’istituto ligure, ha inoltre rimarcato che la ricapitalizzazione rappresenta una soluzione di ultima istanza.
Soluzione più adeguata ed efficace
L’aggregazione con un altro istituto, ha detto il funzionario, “rappresenta la soluzione più adeguata ed efficace”. Si tratta di un’operazione che permetterebbe di “preservare valori e sfruttare le potenzialità inespresse, salvaguardando nel contempo depositanti, famiglie e imprese”.
Tra le potenzialità dell’istituto, Pennetta ha rimarcato il radicamento in tre regioni, Liguria, Lazio e Lombardia, la fidelizzazione della clientela e i margini di miglioramento in termini di costi, efficienza e produttività della rete distributiva.
Processo di ricerca deve essere rapido
È però necessario che il processo di ricerca di un partner sia rapido. “È auspicabile che la ricerca di un partner, deliberata dal Cda di Banca Carige lo scorso novembre, si concluda con esito positivo in tempi contenuti".
Per agevolare l’operazione è necessario “procedere speditamente nelle iniziative di ristrutturazione aziendale avviate dai commissari straordinari".
Per quanto riguarda l’ipotesi di ricapitalizzazione precauzionale, è valutata “una extrema ratio” cui si potrà far ricorso solo nel caso in cui il processo di rafforzamento patrimoniale “non possa essere realizzato altrimenti".
Stando ai dettami del Meccanismo di vigilanza unico, occorre procedere con il risanamento “mediante il ricorso al mercato e di una soluzione aggregativa".
Quanto costerebbe “convincere” una banca al matrimonio con Carige?
Secondo gli analisti di Deutsche Bank, l’esecutivo, per convincere un istituto a convolare a nozze con Carige dovrebbe mettere sul piatto circa 1,4 miliardi di euro.
Nel dettaglio, gli analisti del colosso tedesco, ipotizzando un intervento in linea con quello messo in campo per gli istituti veneti, stimano un costo più basso (1,284 miliardi) nel caso di matrimonio con Ubi Banca, uno medio in quello con UniCredit (1,326 miliardi) e uno maggiore nel caso in cui sull’altare ci salga Banco BPM (1,439 miliardi).
A questi, andrebbero sommati altri 150-300 milioni di euro a titolo di contribuiti per costi di integrazione.
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