Banca Carige verso la fusione dopo il pressing BCE. Prima avrà bisogno di un aumento di capitale da €200 milioni?
Prima della fusione Banca Carige avrà bisogno di un aumento di capitale da 200 milioni di euro.
La ricapitalizzazione, secondo quanto riportato da uno studio realizzato da Il Sole 24 Ore Carige e da R&S-Mediobanca, si aggiungerà a quel prestito del Fitd da 320 milioni che dovrà essere rinegoziato visto che il suo tasso, hanno continuato le fonti di stampa citate, è schizzato al 16%.
Le operazioni avranno il duplice obiettivo di ripulire il bilancio dai NPL e accelerare la fusione di Banca Carige con altro istituto di credito. L’alternativa? La nazionalizzazione dell’istituto ligure che tuttavia cancellerebbe i capitali privati oggi esistenti.
Banca Carige accelera su fusione
Secondo quanto riportato da diverse fonti di stampa nostrana, la ricerca di un partner cui associare Carige si sarebbe fatta più concreta nelle ultime ore a causa del pressing BCE e dell’ultima lettera inviata da Francoforte.
“Le fasi preparatorie pianificate per il processo di aggregazione aziendale comprendono: la nomina del fornitore della data room virtuale entro la fine del 2018, l’apertura alle parti interessate entro febbraio 2019, contemporaneamente Ubs avvierà una serie di contatti preliminari con potenziali investitori”.
I commissari straordinari starebbero attualmente stringendo il cerchio su alcuni nomi top secret: stando alle indiscrezioni circolate, tra i soggetti forse prossimi alla fusione con Carige ci sarebbe almeno uno degli istituti nominati fino ad ora.
Il processo di M&A, secondo quanto garantito alla BCE, dovrà essere attivato tra metà aprile e la seconda metà del 2019. Ciò significa che i colloqui con il possibile partner dovranno iniziare a breve.
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