Il patrimonio, lo stipendio e la biografia di Carlo Bonomi, l’imprenditore che dal 2020 è il presidente di Confindustria e che è stato accostato anche alla guida della Lega Serie A.
Carlo Bonomi non raddoppia: l’attuale presidente di Confindustria dopo essere stato in pole per diventare anche il numero uno della Lega Serie A, orfana di una guida dopo le dimissioni di Paolo Dal Pino, è rimasto vittima delle lotte intestine tra i vari club.
Le società di Serie A infatti avevano pensato proprio a Bonomi per ricompattare una Lega da tempo divisa in due fazioni, con la speranza al tempo stesso anche di poter allacciare un canale di dialogo privilegiato con Mario Draghi.
Da quando l’ex numero uno della Bce è arrivato a Palazzo Chigi, molta è stata la sintonia con Bonomi tanto che dalle parti di Viale dell’Astronomia più di una volta è stata auspicata una permanenza di Draghi anche dopo il 2023.
Alla fine però al momento della votazione per la presienza della Lega Serie A, Bonomi ha ottenuto soltanto un voto mentre le altre diciannove schede sono rimaste tutte bianche.
Ma quanto guadagna Carlo Bonomi? Vediamo la biografia , lo stipendio e il patrimonio di questo imprenditore chiamato a guidare Confindustria nel periodo più difficile, tra Covid e crisi del gas, della storia recente dell’economia italiana.
La biografia di Carlo Bonomi
Al momento della sua elezione il presidente di Confindustria si è presentato con un programma di rottura con la stagione precedente, che sotto la guida di Boccia ha visto l’associazione molto vicina alla politica.
Al contrario, Bonomi ha impostato la sua corsa all’elezione rivolgendo aspre critiche al governo e anche le sue prime parole sono rimaste coerenti con la posizione finora assunta:
“dobbiamo metterci immediatamente in condizioni operative tali da affrontare con massima chiarezza ed energia la sfida di fronte a noi, continuare a portare la posizione di Confindustria su tutti i tavoli necessari rispetto a una classe politica che mi sembra molto smarrita in questo momento e non hai idea della strada che deve percorrere questo Paese”.
Ma chi è davvero Carlo Bonomi, il nuovo presidente di Confindustria? Nato a Crema il 2 agosto 1966, ha ricoperto la carica di presidente di Assolombarda, che comprende gli industriali di Milano, Lodi, Monza e della Brianza, dal 2017 e dal luglio 2019 anche della Fondazione Assolombarda.
Come piccolo imprenditore del settore biomedicale ha retto la presidenza della Synopo e delle aziende manifatturiere controllate, Sidam e BTC Medical Europe e ha detenuto partecipazioni in altre imprese del comparto. In ambito associativo è stato vicepresidente di Assolombarda con delega a Credito e Finanza, Fisco, Organizzazione e Sviluppo.
Nel 2016 è stato nominato Presidente del Gruppo Tecnico per il Fisco nella squadra di Vincenzo Boccia. È membro del Consiglio Generale di Confindustria e del Consiglio di Presidenza di Confindustria Lombardia. Ma ha svolto anche altri incarichi nel sistema di rappresentanza.
Inoltre, fa parte del Consiglio Generale di Aspen Institute Italia dal 2017, del Consiglio di Amministrazione di ISPI e del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bocconi. Infine ricopre la carica di past president di Cancro Primo Aiuto, Onlus con sede in Monza, dal 2018.
Nel maggio 2020 in piena emergenza Covid, con 818 voti favorevoli e un astenuto è stato eletto presidente di Confindustria, con il suo mandato quadriennale che durerà fino al 2024.
Quanto alla sua vita privata, sempre nel 2020 si è sposato con la giornalista del Tg5 Veronica Gervaso.
Il patrimonio e lo stipendio
Non si trovano molte notizie in rete sul patrimonio di Carlo Bonomi. Qualche informazione sulle sue aziende le ha snocciolate nel febbraio 2020 il giornalista Fabio Pavesi per Dagospia.
Il Bonomi, in pole per occupare lo scranno più alto degli industriali del Belpaese più che un imprenditore appare un raffinato esponente del private equity. Più finanziere che industriale. La sua azienda la Synopo srl è sua solo in minima parte. Per arrivare a Synopo occorre risalire una lunga catena societaria, fatta per lo più di scatole vuote fino ad arrivare alla sua creatura originaria. Si chiama Ocean srl capitale sociale 93mila euro, di cui Bonomi direttamente possiede il 33%. Con un versamento di capitale sociale da parte del favorito alla corsa di Confindustria di soli 31mila euro. Poco più del valore di un box in una qualunque città italiana. Da Ocean di cui Bonomi possiede un terzo si scende a Marsupium srl, di cui Ocean possiede il 40%. E finalmente da Marsupium si giunge a Synopo posseduta solo con il 34%. Il resto è in mano a Caravaggio tre srl, un fondo. E così alla fine il presidente di Assolombarda fa l’imprenditore con solo il 4,5% di Synopo. Poca cosa che gli consente di mettere pochissimo capitale di rischio proprio. [...] Il vero business industriale però non è neanche in Synopo. Occorre scendere a valle nella Sidam, azienda controllata al 90% da Synopo che opera nel biomedicale. Di stanza nel cuore del distretto del biomedicale a Mirandola, Sidam non spicca certo per dimensioni. Il bilancio 2018 di Sudam Srl conta ricavi per solo 13,8 milioni di euro con un utile netto di 2 milioni. Profittevole certo ma piccola piccola con i suoi 70 dipendenti. Sidam nel 2017 si è comprata il 75% di Btc, sempre biomedicale, ma anche qui il fatturato è da piccola impresa. A conti fatti in questo ginepraio di scatole una sull’altra, Bonomi fa l’imprenditore avendo in portafoglio poco meno del 4% di una società, la Sidam che fattura poco più di 10 milioni di euro.
Se Carlo Bonomi fosse diventato il presidente della Lega Serie A, per lui ci sarebbe stato uno stipendio da 100.000 l’anno, mentre per quanto riguarda Confindustria nello Statuto si legge come “le cariche di Presidente e di Vice Presidente non sono cumulabili con alcuna altra carica del sistema”.
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