All’Italia servirebbe una sorta di austerità espansiva per risolvere il perenne problema dell’elevato debito, cercando di recuperare le occasioni perse soprattutto nei primi anni di introduzione dell’Euro. Il prof. Carlo Favero, ospite di «Testa o Croce», analizza la storia economica recente ed i limiti di molte visioni attuali.
Non tutti i tipi di austerità sono negativi. All’Italia, sempre alle prese con l’enorme macigno del debito pubblico, servirebbe un’austerità espansiva per rimediare a quei governi che in momenti di espansione non hanno pensato ad un sano futuro economico del nostro Paese. Il prof. Carlo Favero, autore insieme ad Alberto Alesina e Francesco Giavazzi de «Austerità, quando funziona e quando no», analizza nella nuova puntata di Testa o Croce la storia recente italiana e le tante occasioni perse.
Cosa è l’austerità
Per austerità intendiamo l’aggiustamento fiscale che si rende necessario a causa di un elevato debito pubblico. Abbiamo studiato i vari casi di austerità verificando empiricamente gli effetti sulla crescita e sulla stabilizzazione del rapporto debito-Pil. Ci sono due modi di fare austerità: alzare le tasse o diminuire le spese. Entrambi hanno dei costi, l’austerità è una cura con effetti collaterali. Nel caso di taglio alla spesa questi effetti sono molto minori. In un mondo ideale di austerità non ci sarebbe bisogno, con i governi che usano la leva fiscale solo in recessione mentre in espansione occupano di creare stabilizzazione fiscale. Questo significa fare una politica fiscale anticiclica che non genera trend nel rapporto debito-pil, perché a deficit positivi si alternano avanzi. I Paesi con alto debito si occupano solo della fase espansiva senza correzioni causando l’accumulo di deficit. Non esiste alcuna teoria economia che supporti un livello alto e crescente di debito. Servono politici responsabili, che abbiano ben presente il benessere di tutti i cittadini, quelli di oggi e quelli del futuro. Il politico irresponsabile è quello che massimizza l’impatto elettorale di quello che fa, perdendo di vista le generazioni future sulle quali vengono scaricati i costi di politiche miopi. Si accumula debito pubblico per paura di non avere il supporto degli elettori e non si mette in atto l’aggiustamento fiscale quando sarebbe necessario. [...]
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