La domanda di cassa integrazione del decreto Ristori ora convertito in legge scade il prossimo 31 dicembre secondo quanto disposto da INPS. Vediamo per chi.
In scadenza a dicembre la domanda di cassa integrazione del decreto Ristori secondo quanto stabilito da INPS.
Il riferimento è alle settimane di cassa integrazione del decreto n. 137/2020 convertito nella legge n. 176/2020, che ha introdotto le 6 settimane di cassa integrazione per periodi che vanno dal 16 novembre e fino al 31 gennaio 2021.
La Legge di Bilancio 2021 introduce ulteriori 12 settimane.
I termini decadenziali per la cassa integrazione del decreto Ristori e quindi per la trasmissione della domanda sono stati rivisti da INPS rispetto a quanto stabilito originariamente dal testo.
La possibilità di fare domanda per la cassa integrazione del decreto Ristori scade il prossimo 31 dicembre 2020. Vediamo nel dettaglio per chi.
Cassa integrazione: ecco per chi la domanda è in scadenza
La domanda per la cassa integrazione del decreto Ristori è in scadenza il 31 dicembre. Il decreto Ristori ora convertito in legge ha introdotto 6 settimane di cassa integrazione che possono essere richieste per periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa che vanno dal 16 novembre e fino al 31 gennaio 2021.
Ora per periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa che hanno avuto inizio a novembre le domande devono essere inviate entro il 31 dicembre ovvero la fine del mese successivo.
Con un messaggio del 27 novembre INPS ha confermato infatti il termine decadenziale ordinario per l’invio delle domande di cassa integrazione alla fine del mese successivo a quello in cui ha avuto inizio il periodo di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa.
Il decreto Ristori fissava come termine decadenziale in sede di prima applicazione la fine del mese successivo a quello di entrata in vigore del decreto (29 ottobre) e quindi al 30 novembre. INPS è intervenuta per modificare una scadenza altrimenti impraticabile fissando le domande di cassa integrazione per novembre alla fine del mese di dicembre. Il termine ultimo scade quindi fra due giorni.
Cassa integrazione gratuita
La cassa integrazione del decreto Ristori che per alcuni scade il prossimo 31 dicembre sarà gratuita per coloro che hanno avuto una riduzione del fatturato pari o superiore al 20%.
La cassa integrazione è gratuita anche per coloro che hanno avviato l’attività successivamente al 1° gennaio 2019 e per i datori di lavoro che per disposizioni del governo hanno chiuso o limitato la propria attività a partire dal DPCM del 24 ottobre 2020.
La cassa integrazione del decreto Ristori non è gratuita per gli altri datori di lavoro che devono versare il contributo addizionale, da un raffronto tra il fatturato aziendale del primo semestre 2020 e quello del corrispondente semestre del 2019, pari:
- al 9% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate durante la sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, per i datori di lavoro che hanno avuto una riduzione del fatturato inferiore al venti per cento;
- al 18% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate durante la sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, per i datori di lavoro che non hanno avuto alcuna riduzione del fatturato.
Il datore di lavoro deve presentare, a domanda di cassa integrazione a INPS, l’autocertificazione sulla sussistenza della riduzione del fatturato. Sulla base della stessa INPS valuta il contributo addizionale, ma il testo del decreto specifica che “in mancanza di autocertificazione, si applica l’aliquota del 18%” alla domanda di cassa integrazione presentata dal datore di lavoro.
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