Cassa integrazione: nessun taglio fino a 280 euro denunciato da Unimpresa è previsto secondo INPS che interviene sul buco normativo con un comunicato. Restano tuttavia delle criticità secondo gli esperti.
Cassa integrazione: nessun taglio in busta paga secondo INPS che ha rilasciato un comunicato circa i 6 milioni di lavoratori che resterebbero senza copertura come denunciato da Unimpresa. Restano tuttavia delle criticità come gli esperti evidenziano.
Unimpresa la scorsa settimana ha confermato un taglio di 280 euro nella busta paga dei lavoratori in cassa integrazione per una mancata concordanza tra disposizioni normative, ovvero tra le settimane della Legge di Bilancio e le nuove settimane del decreto Sostegni.
Per molte aziende infatti, con un calcolo di 6 milioni di lavoratori secondo Unimpresa, si sarebbe creato un buco normativo dal 25 marzo al 31 marzo se non oltre fino al 5 aprile.
INPS nel comunicato del 16 aprile ha chiarito che, su conforme parere del ministero del Lavoro, non vi sono “vuoti” di copertura di cassa integrazione dal 29 marzo al 4 aprile. Restano tuttavia fuori alcuni giorni e altre criticità che forse l’Istituto risolverà in una prossima annunciata circolare sull’argomento.
Cassa integrazione: nessun taglio in busta paga per INPS
Secondo INPS non vi è per la cassa integrazione nessun taglio in busta paga. Prima di vedere che cosa risponde INPS in merito al presunto buco normativo, e conseguentemente di copertura, tra fine marzo e aprile ricordiamo qual è la criticità evidenziata da Unimpresa.
Le 12 settimane di cassa integrazione della Legge di Bilancio 2021 se utilizzate continuativamente dal 1° gennaio sono terminate il 25 marzo, ma solo dal 1° aprile si possono utilizzare le ulteriori settimane del decreto Sostegni. Nel dettaglio:
- 13 settimane per CIGO Covid fino al 30 giugno 2021;
- 28 settimane di cassa integrazione in deroga e assegno ordinario fino al 31 dicembre.
Dal 26 marzo e fino al 31 i lavoratori sono rimasti senza coperture e quindi senza stipendio secondo Unimpresa. A questo vuoto normativo si aggiungerebbe anche il periodo 1° aprile - 4 aprile, considerando che le settimane di cassa integrazione, sottolinea sempre Unimpresa, si possono richiedere solo dal 5 secondo il sistema informatico. INPS in merito risponde in un sintetico comunicato:
“Sarà a breve chiarito in una circolare INPS, su conforme parere del Ministero del Lavoro, che non vi sono “vuoti” di copertura di cassa integrazione per la settimana dal 29 marzo al 4 aprile 2021. Infatti, la Legge di Bilancio riconosce 12 settimane di “CIG Covid” per il periodo 1 gennaio - 31 marzo 2021 e il successivo DL Sostegni riconosce ulteriori 13 settimane nel periodo dal 1 aprile al 30 giugno 2021. Il primo giorno lavorativo dell’anno 2021 è stato il 4 gennaio e le 12 settimane decorrenti dal 4 gennaio terminano il 28 marzo 2021.”
E aggiunge l’Istituto:
“Dunque, nella prossima circolare in corso di emanazione da parte di INPS verrà chiarito, con parere conforme del Ministero del lavoro, che le 13 settimane del DL sostegni comprendono i periodi decorrenti dalla settimana in cui è collocato il 1 aprile. Ciò significa che sono coperti dalla “Cig Covid” del DL Sostegni anche i giorni lavorativi del 29, 30 e 31 marzo 2021. Non risultano pertanto periodi di scopertura per i lavoratori, salvo per coloro che hanno fatto ricorso alla CIG sabato 2 gennaio 2021 per i quali le settimane di “Cig Covid” terminavano il 27 marzo 2021 per tornare a decorrere dal 29 marzo 2021.”
Per INPS ci sarebbero solo due giorni di buco, e quindi taglio in busta paga, per la cassa integrazione ovvero 27 e 28 marzo per coloro che hanno richiesto la CIG dal 2 gennaio. Per gli esperti tuttavia le criticità non si risolvono con questo comunicato. Vediamo perché.
Cassa integrazione: restano le criticità
Sebbene INPS abbia sottolineato come non vi sia alcun taglio in busta paga per chi è in cassa integrazione, permangono delle criticità. Come sottolinea il noto consulente del Lavoro Enzo De Fusco su Il Sole 24 Ore, le criticità in merito al taglio sulla cassa integrazione, nonostante il comunicato di INPS, permangono per settori come commercio e turismo per i quali non vale la regola del lunedì 4 gennaio e per i quali ogni giorno potrebbe essere lavorativo, e per molte aziende il primo giorno lavorativo è stato potenzialmente il 1° gennaio, non il 2 o il 4.
Così, sulla base di quanto indicato da INPS nel comunicato, per molti lavoratori il taglio in busta paga per la cassa integrazione e quindi il vuoto normativo permane dal 26 marzo al 28 marzo (il 25 scadono le 12 settimane della Legge di Bilancio).
Il consulente del Lavoro sottolinea anche come il comunicato dell’istituto si riferisca solo alle 13 settimane di CIGO e non alle 28 della cassa in deroga e assegno ordinario del dl Sostegni.
Non solo, sottolinea De Fusco che il comunicato mette al riparo le aziende da dinieghi per le domande di cassa integrazione di carattere amministrativo, ma non per eventuali cause dai lavoratori per ottenere lo stipendio pieno per le giornate precedenti al 1° aprile laddove il decreto le introduce proprio da quella data. Solo l’annunciata circolare di INPS tuttavia potrà eventualmente rispondere ai quesiti ancora aperti sulla cassa integrazione e l’eventuale buco normativo creatosi.
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