Nominato illegalmente, Martin Selmayr è il bracco destro di Juncker che porta a nuovi livelli lo strapotere tedesco in Europa. È il nuovo Segretario Generale della Commissione Europea.
La Commissione Europea entra in un territorio politico inesplorato con la nomina di Martin Selmayr a nuovo segretario generale, l’ennesima mossa della Merkel con l’obiettivo di ampliare lo strapotere tedesco in Europa.
Il 47enne avvocato tedesco - figlio del Partito popolare europeo, un protetto dei principali politici di centrosinistra tedeschi e lussemburghesi e un noto anti-italiano - è senza dubbio la persona più apertamente politicizzata a ricoprire il ruolo un ruolo di prim’ordine presso la Commissione. Sotto di lui ci sono 33.000 dipendenti, conosce tutto ciò che accade in Europa, consulta tutti i dossier più importanti e punta il dito contro il bilancio italiano.
Non è stato eletto da nessuno, la sua promozione è arrivata per mano di Juncker, Presidente della Commissione Europea, sotto direttiva delle Merkel, nonostante l’ormai segretario generale non avesse il titolo di direttore, un requisito necessario per ottenere la nomina. La sua nomina è stata portata in un modo che ha sorpreso e innervosito molte persone a Bruxelles. La maggior parte dei commissari è stato informato della sua promozione solo pochi minuti prima della riunione del Collegio secondo quanto riportano le persone con familiarità con l’accaduto.
La promozione di Martin Selmayr solleva anche una certa preoccupazione per la presenza dei tedeschi ai posti di comando principali a Bruxelles.
La più grande incognita nel futuro di Selmayr nel lungo termine riguarda il prossimo presidente della Commissione quando Juncker lascerà la carica alla fine del 2019. Se sarà un alleato, lui e presumibilmente l’eredità di Juncker saranno al sicuro. Ma con un tipo di Presidente diverso la difficoltà per il Segretario aumenterebbe a dismisura.
Il metodo di Selmayr e Juncker è insolitamente brusco per gli standard di Bruxelles, che cerca consenso e prende decisioni anche sulle più piccole questioni. Fino a quando Juncker non si è presentato nella capitale europea impegnandosi a gestire una Commissione più «politica». Il suo progetto, con Selmayr come braccio destro, ora ha ancor più vitalità.
Chi è Martin Selmayr
Selmayr ha iniziato alla Bertelsmann Foundation, un terreno fertile per gli operativi del centrodestra sul palcoscenico europeo, e ha lavorato a stretto contatto con il cristiano-democratico tedesco Elmar Brok, il membro più anziano del Parlamento europeo. Il suo primo ruolo in Commissione UE è stato quello di portavoce della stampa sulle questioni digitali, ma da lì l’ascesa è stata rapida.
Offre lealtà e rispetto ai suoi mentori e trova lavoro ai suoi amici nelle posizioni migliori in Commissione.
Paraskevi Michou è entrato a far parte della Commissione nel 1992 ed è stato un manager di medio livello presso il dipartimento digitale fino al 2010, quando Selmayr ha terminato il suo periodo lì. Di recente è diventato direttore generale per la migrazione e gli affari interni.
Mina Andreeva ha iniziato come stagista nello stesso reparto digitale collaborando con Selmayr. Diversi anni dopo è diventata la portavoce della Commissione, a poco più di 30 anni.
Selmayr non ha mai evitato di assumere commissari, sapendo che Juncker è alle sue spalle. E più di ogni suo predecessore, è esperto di media, usa la stampa per veicolare i suoi messaggi, per lo più sotto la copertura dell’anonimato, ed è attivo su Twitter.
Nel 2014, ha riscritto la testimonianza di quello che sarebbe stato il futuro commissario al Commercio al Parlamento europeo, Cecilia Malmström, senza il suo permesso, e l’ha diffuso tra i media, come riportato dal Financial Times all’epoca.
Alcuni funzionari britannici lo incolpano per aver divulgato i dettagli della cena tra il Primo Ministro Theresa May e Juncker a Londra la scorsa estate.
Nell’estate del 2016, alcune settimane dopo il voto del Regno Unito per lasciare l’UE, Juncker e Selmayr si sono riuniti senza consultare il Collegio in una riunione a quel punto essenziale - quella per nominare Michel Barnier come capo negoziatore della Brexit. La decisione ha irritato diversi commissari, ed è stata citata dalla vicepresidente bulgara Kristalina Georgieva come una delle ragioni per cui ha lasciato la Commissione per un’ottima posizione presso la Banca Mondiale.
L’avanzata della Germania in Europa
I suoi avversari lo definiscono «velenoso» , ma anche da loro riceve rispetto per la sua impavidità, la sua grande visione, l’etica del lavoro e la sua view di lungo termine.
Una conseguenza immediata della nomina di Selmayr è la messa in evidenza del numero di tedeschi tra le cariche principali di servizio civile nelle istituzioni dell’UE. Questa concentrazione nazionale preoccupa molti a Bruxelles.
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