Bioetica della clonazione: siamo pronti al futuro?

Federica Macerola

20 Giugno 2018 - 10:50

Quali sono i dilemmi morali creati dalla clonazione umana? Ecco uno sguardo sul dibattito bioetico della clonazione e sul futuro.

Bioetica della clonazione: siamo pronti al futuro?

Sono passati più di vent’anni dall’annuncio della pecora Dolly, il primo mammifero ad essere stato clonato da una cellula somatica, avvenuto nel 1997.
La ricerca scientifica in seguito ha fatto ulteriori passi avanti e sono stati clonati diversi altri mammiferi, tra cui maiali, cavalli e tori. Si è aperto però con il tempo anche un dibattito bioetico sulla clonazione stessa, sulle sue funzioni e sulle sue conseguenze.

In un momento in cui la possibilità della clonazione umana sembra farsi sempre più vicina, quali sono le domande che la morale ci impone e quali sono i problemi ai quali andiamo incontro?

Bioetica e clonazione

Bioetica è una parola di derivazione greca: da bios, “vita”, ed èthos, “carattere”. È la disciplina che si occupa dell’etica e della morale legate alla ricerca biologica e della medicina.
La clonazione ha generato un dibattito bioetico sin dai suoi primi tentativi: già con l’annuncio di Dolly la AAAS (American Association for the Advancement of Science) contattò l’allora presidente Bush e cominciò a rilasciare interviste pubbliche, suggerendo l’idea che la clonazione umana debba essere proibita, almeno fino a quando la procedura non sarà sicura.

Ma si può realmente clonare un essere umano?

Non proprio.
La scienza ha fatto passi da giganti ed è ora in grado di clonare gli animali domestici o addirittura le scimmie, come successo in Cina all’inizio di quest’anno.
Questi animali sono stati però clonati con lo stesso sistema utilizzato per Dolly e questo sistema apre un enorme dibattito etico: solo uno su cento embrioni clonati per creare Dolly, infatti, portò alla vita. Alcuni generarono addirittura a creature nate morte per difetti di nascita.

Per clonare un umano bisognerebbe quindi andare incontro a un corposo numero di gravidanze fallite, un numero così alto che è improbabile pensare che questa procedura venga approvata dalle associazioni di ricerca nel mondo.

Non solo, la maggior parte dei governi non autorizzerebbe un simile tipo di sperimentazione: tutte le forme di clonazione sono infatti proibite in moltissimi paesi.
Sebbene non abbia ancora valore legale, la carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea non consente la clonazione umana riproduttiva e la proibizione della clonazione umana è già stata ratificata in Spagna, Grecia e Portogallo. Negli USA, invece, non possono essere stanziati fondi federali per la ricerca in questo ambito, che è quindi bandita nelle università.

Anche la chiesa cattolica ha ufficialmente condannato la pratica della clonazione nel 2008 con Benedetto XVI, definendola “una grave offesa alla dignità della persona come anche verso la fondamentale uguaglianza di tutte le persone”.

Clonazione umana, pro e contro

La clonazione umana rimane quindi un settore della ricerca che genera controversie e che probabilmente subirà una battuta d’arresto nel prossimo futuro, fin quando, almeno, non avrà risolto le questioni etiche che la circondano.
Oltre a dover tollerare un alto numero di gravidanze fallite, infatti, la clonazione umana genererebbe anche altre problematiche di varia natura.

Quelle tecniche riguardano la salute dei cloni. Secondo alcuni scienziati questi potrebbero rischiare di non sviluppare di un sistema immunitario funzionante, oppure invecchiare più in fretta o comunque avere bassissime aspettative di vita.
Le problematiche morali riguardano invece il ruolo di questi cloni nella società: quale sarebbe il loro inserimento nel tessuto sociale e le implicazioni derivate dall’essere il clone di altri individui?

Ci sarebbero però anche dei vantaggi: innanzi tutto una clonazione parziale potrebbe portare gli scienziati a ricreare gli organi vitali utili per i trapianti e la cura di malattie altrimenti mortali.
In un’epoca in cui nelle società del primo mondo nascono sempre meno bambini, inoltre, una delle ipotesi potrebbe essere quella di utilizzare il processo di clonazione per aiutare le coppie che non riescono a concepire.

Conclusioni

La clonazione genera un dibattito morale di grandi dimensioni ed è probabile che la ricerca subisca un rallentamento, soprattutto nel campo della clonazione umana, per via della mancanza di fondi, dell’opposizione del governo e delle associazioni.
Anche in Cina, dove la legge non proibisce formalmente la clonazione umana, gli scienziati che sono riusciti quest’anno a clonare le scimmie hanno dichiarato che non continueranno la ricerca per quanto riguarda gli esseri umani, visto che la società condannerebbe senza dubbio tale pratica.

Tutto ciò forse potrà dare tempo all’umanità di continuare il dibattito sulla bioetica di queste sperimentazioni e di prendere posizioni morali.
Prima, si spera, che la scienza avanzi più di quanto la nostra etica sia in grado di discernere.

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