Colf e badanti, aumentano i contratti: effetti positivi del Covid sul lavoro domestico

Teresa Maddonni

24/06/2021

Colf e badanti: il 2020 è stato un anno positivo per il lavoro domestico in termini di regolarizzazioni, con un incremento dei contratti e delle contribuzioni dovute all’INPS grazie al lockdown

Colf e badanti, aumentano i contratti: effetti positivi del Covid sul lavoro domestico

Colf e badanti: il Covid e il lockdown conseguente hanno avuto degli effetti positivi sul lavoro domestico specie in termini di aumento dei contratti grazie alle avvenute regolarizzazioni.

I dati sul lavoro domestico, nel quale rientra anche quello di colf e badanti per l’appunto, sono stati forniti dall’INPS e si riferiscono al 2020.

Nell’Osservatorio lavoratori domestici di INPS relativo al 2020, e reso noto nella giornata del 23 giugno 2021, viene rilevato un incremento rispetto al 2019 dei versamenti contributivi alle casse dell’Istituto.

I livelli di occupazione per colf e badanti, e per i lavoratori domestici in generale, tornano quelli precedenti al 2015 interrompendo, sottolinea l’Istituto, una tendenza decrescente iniziata nel 2013.

Complice di questo aumento dei contratti per colf e badanti sicuramente, osserva l’INPS, il lockdown e la sanatoria per il lavoro nero del decreto n.34/2020, il cosiddetto decreto Rilancio di maggio 2020.

Colf e badanti: aumento dei contratti regolari grazie a Covid e lockdown

Il numero dei contratti regolari per colf e badanti è aumentato grazie al Covid e al lockdown secondo l’Osservatorio sul lavoro domestico dell’INPS.

Secondo l’Istituto nel 2020 i lavoratori domestici per i quali sono stati registrati versamenti contributivi all’INPS sono stati 920.722, con un incremento rispetto al 2019 pari a +7,5% (+64.529 lavoratori).

Due gli elementi, sottolinea l’Istituto, hanno maggiormente influenzato tale incremento:

  • il lockdown della prima ondata della pandemia da marzo 2020, che ha reso necessario instaurare rapporti di lavoro regolari per consentire al lavoratore di spostarsi liberamente per motivi di lavoro;
  • la norma successiva che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari, contenuta nel decreto Rilancio come abbiamo detto, che ha interessato prevalentemente i lavoratori stranieri.

Gli effetti della regolarizzazione, secondo l’INPS, probabilmente si estenderanno anche al 2021.

Scrive l’Istituto nel comunicato che accompagna i dati sul lavoro domestico di colf e badanti nel 2020:

“Dalla serie storica degli ultimi sei anni si nota che la diminuzione del numero di lavoratori domestici riscontrata fino al 2019 è simile tra uomini e donne, anche se la composizione per genere evidenzia una netta prevalenza di donne, il cui peso sul totale è aumentato nel corso del tempo, fino a raggiungere nel 2019 il valore massimo degli ultimi sei anni, pari all’88,6%.”

INPS evidenzia anche qual è la distribuzione geografica dei lavoratori domestici e nel dettaglio nel 2020:

  • al Nord-Ovest si trova il 30,2%di presenze di lavoratori domestici;
  • al Centro il 27,3%;
  • al Nord-Est il 20,3;
  • al Sud il 12,7%;
  • nelle Isole il 9,5%.

Le regioni nelle quali si concentra quasi la metà dei lavoratori domestici sono:

  • Lombardia, con 172.092 lavoratori nel 2020, pari al 18,7%;
  • Lazio del 13,8%;
  • Emilia Romagna con l’8,7%;
  • Toscana con l’8,6%.

Colf e badanti: prevalenza dei lavoratori domestici stranieri

Colf e badanti sono per la maggior parte straniere, il 68,8% del totale, quota che continua la tendenza decrescente iniziata dal 2013.

Per quanto riguarda la distribuzione regionale per nazionalità, nel 2020 la regione con il maggior numero di lavoratori domestici stranieri è la Lombardia, con 137.037 lavoratori (il 21,6% del totale dei lavoratori domestici stranieri), a seguire il Lazio (16,1%) e l’Emilia-Romagna (10,1%). Sottolinea l’Osservatorio sul lavoro domestico:

“I dati del triennio 2018-2020 mostrano una tendenza più dinamica e generalizzata su tutte le Regioni per i lavoratori domestici italiani, con una crescita del 14,9%.”

Per quanto riguarda l’area di provenienza di colf e badanti, nel 2020 l’Europa dell’Est continua a essere la zona di origine della maggior parte di lavoratori domestici vale a dire 351.684 pari al 38,2% del totale. A seguire:

  • 287.610 lavoratori di cittadinanza italiana (31,2%);
  • i lavoratori delle Isole Filippine (7,3%);
  • i lavoratori del Sud America (7,29).

Sottolinea ancora l’Osservatorio:

“Dall’analisi dei dati trimestrali 2020 emergono fattori di stagionalità nel numero dei lavoratori domestici, anche legati al lockdown a seguito della pandemia da Covid-19. ”

Nel complesso i lavoratori domestici crescono nel terzo e soprattutto nel quarto trimestre con alcune differenze tra italiani e stranieri.

L’incremento, proprio nella prima parte del lockdown 2020, ha riguardato i lavoratori italiani.

L’aumento, come abbiamo sottolineato, di contratti regolari tra colf e badanti è stato una diretta conseguenza delle restrizioni e della necessità di muoversi liberamente per motivi di lavoro.

In questo senso il Covid ha avuto effetti positivi nel contrasto al lavoro nero nel settore domestico di colf e badanti.

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