L’investimento di Tesla sul Bitcoin ha fatto cadere uno degli ultimi tabù: ora gli analisti si interrogano su quale sarà la prossima big cap statunitense a scommettere sulla criptovaluta.
Forse la rivoluzione sognata da Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo dietro al quale si cela l’anonimo inventore del Bitcoin, è compiuta. Dopo i grandi hedge fund internazionali e i colossi dei pagamenti online, anche le big cap statunitensi – aziende quotate a Wall Street con un’alta capitalizzazione di mercato – stanno entrando passo dopo passo nel cerchio magico del BTC, sdoganando il capitolo investimenti sulla criptovaluta.
A fare da apripista – non è un segreto, né una novità – la creatura green di Elon Musk, Tesla, che la scorsa settimana ha rivelato di aver messo le mani su un volume di Bitcoin pari a 1,5 miliardi di dollari. Quanto basta per mettere la pulce all’orecchio ai competitor: dai giganti della Silicon Valley ai vecchi dinosauri dell’automotive, gli investimenti targati BTC rappresentano l’ultima frontiera delle blue chip di Wall Street.
Il Bitcoin rivoluziona Wall Street
Del resto, il fattore Musk è noto negli ambienti finanziari: l’eccentrico tycoon di origini sudafricane ha stuzzicato a più riprese gli investitori – tra un tweet e l’altro, in una sorta di incontinenza social ormai attenzionata dalle autorità – contribuendo al rialzo di asset stravaganti, come la crypto-meme Dogecoin, e del Bitcoin, ormai parte dell’argenteria di famiglia dopo l’investimento monstre di gennaio.
Questa capacità persuasiva, ora, inizia a sortire degli effetti sulle grandi corporate made in USA, e di fatto promette di abbattere l’ultimo tabù che ancora resiste sul pianeta BTC: l’investimento diretto – con posizioni lunghe – dei key player di Wall Street sulla criptovaluta, dopo le aperture sempre più marcate degli hedge fund internazionali, come quello di Stanley Druckenmiller, e delle società di pagamenti online, da PayPal a Square.
A scoprire le carte, finora, non solo Tesla: MicroStrategy, società di business intelligence, scommette da tempo sulla criptovaluta, e anche Morgan Stanley ha da poco annunciato di essere pronta a raggranellare BTC sul mercato già nel corso del 2021. Ma i riflettori, ovviamente, sono puntati sulle blue chip di Wall Street: chi sarà a fare il primo passo?
Apple pronta a investire sul Bitcoin?
Finora è stato un gioco a carte coperte: da General Motors (“Non abbiamo piani relativi ad un investimento sul Bitcoin”, parola del CEO Mary Barra) a Reinsurance Group of America (“Non stiamo investendo sulla criptovaluta”, ha chiosato il CIO Leslie Barbi) i niet si moltiplicano, ma gli analisti concordano: è la calma prima della tempesta.
E le speculazioni montano soprattutto sull’avanguardismo della Silicon Valley, che potrebbe spingere le big tech californiane ad abbracciare il florido business del Bitcoin. Sotto la lente Google, ma anche Apple: secondo gli analisti il board di Cupertino starebbe pensando di accettare la crypto come mezzo di pagamento per i suoi prodotti, fino a considerare l’opportunità di investire direttamente sul BTC.
Non solo: per l’analista di RBC, Mitch Steves, nei piani della Mela ci sarebbe la creazione di un exchange di criptovalute che, secondo le stime, potrebbe generare un giro d’affari da 40 miliardi di dollari per i discepoli di Jobs.
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