Come si diventa ricercatore universitario e quanto si guadagna? Tutto quello che c’è da sapere per intraprendere la carriera accademica con la nostra guida completa.
Diventare ricercatore universitario può essere il sogno di molti dal momento che rappresenta il primo passo fondamentale per intraprendere la carriera in ambito accademico.
Con la nostra guida completa cercheremo di spiegare in modo dettagliato quali sono i requisiti necessari per fare il ricercatore universitario sulla base della normativa vigente e a quanto ammonta lo stipendio che può crescere negli anni.
Quello del ricercatore universitario è un mestiere assai faticoso perché presume moltissimi anni di studio e quindi una lunga gavetta prima di poter diventare professore e inserirsi stabilmente in ateneo. È tuttavia un lavoro che offre allo studioso la possibilità di approfondire argomenti di interesse e seguire il proprio filone di ricerca in un ambiente stimolante come quello universitario.
Vediamo allora come diventare ricercatore universitario e quanto guadagna.
Diventare ricercatore universitario: i requisiti
Diventare un ricercatore universitario non è affatto semplice, come si intuisce si tratta di una vita dedicata allo studio e alla ricerca, dove la passione deve evidentemente essere il motore principale.
Detto questo, diventare ricercatore universitario è anche il primo passo verso una carriera universitaria che può portare al titolo di professore, ordinario o associato, o anche ad altre cariche del mondo accademico.
Tra i requisiti per diventare ricercatore universitario troviamo l’aver ovviamente conseguito una laurea magistrale e una forte passione per la ricerca.
Imprescindibile è aver svolto un dottorato di ricerca, che rappresenta anche il primo approccio alla figura del ricercatore dato che sono anni in cui non ci si dovrà limitare a studiare ma anche a proporre tecniche, nuovi problemi, esperimenti o conclusioni.
Bisogna quindi aver maturato un buon curriculum: vengono prese in grande considerazione le pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate (ovviamente in base alla materia oggetto di studio) e le altre esperienze di ricerca.
I titoli di studio da soli possono infatti non bastare a conseguire un buon punteggio al momento della prova di concorso pubblico per diventare ricercatore universitario.
Infatti, una volta maturati i requisiti necessari, nello specifico il dottorato, il primo passo per diventare ricercatore e partecipare a un concorso.
I concorsi vengono gestiti in autonomia dagli atenei, ciò significa che non ci sono limitazioni temporali ma che ogni università è libera di gestire le pubblicazioni tenendo conto delle proprie necessità, aprendo le selezioni in ogni momento utile.
Le prove di concorso
Gli aspiranti ricercatori, completato il percorso formativo necessario alla partecipazione ai concorsi, possono partecipare indistintamente alle selezioni aperte da qualsiasi ateneo (che abbia corsi affini al proprio percorso di studio e ricerca) senza aspettare che si aprano posizioni nell’università in cui si è conseguito il titolo di studio.
Le selezioni si articoleranno in tre prove, due scritte e una orale articolate come segue:
- la prima prova scritta verterà sulla realizzazione di un tema su un argomento inerente il percorso di studi;
- la seconda prova scritta si svolge su un argomento della materia fondamentale scelta;
- la prova orale sarà un colloquio sulle ricerche svolte dal candidato fino a quel momento.
La prova orale, che all’apparenza può sembrare la più semplice, deve invece essere affrontata con grande attenzione; è da questa che dipenderà gran parte della decisione della Commissione.
Come anticipato il curriculum sarà un altro alleato su cui contare in sede di valutazione. Le esperienze lavorative precedenti e inerenti la ricerca, soprattutto se effettuate all’estero e le pubblicazioni scientifiche saranno tenute in forte considerazione dalla Commissione esaminatrice.
Come diventare ricercatore universitario: le varie tipologie
Una volta completato l’iter, il ricercatore universitario potrà essere contrattualizzato a tempo determinato, secondo le due tipologie previste per legge:
- tipo A, ricercatore a tempo determinato con contratto di 3 anni, rinnovabile per altri 2 anni una sola volta;
- tipo B, ricercatore a tempo determinato con contratto di durata triennale non rinnovabile.
Trascorsi 3 anni da ricercatore universitario si può chiedere la conferma in ruolo che tuttavia può essere negata. Se non si diventa subito ricercatore confermato, ci si può sottoporre nuovamente a giudizio dopo 2 anni.
Per diventare invece professore associato occorre al solito sostenere un concorso pubblico, passaggio quest’ultimo anche per diventare ordinario.
Quanto guadagna un ricercatore universitario? Stipendio
Fare il ricercatore significa farsi strada nel mondo accademico e costruirsi un futuro verso il conseguimento del titolo di professore universitario, associato od ordinario.
Le differenze fra professore e ricercatore, dal punto di vista della didattica, non sono molte.
I ricercatori infatti svolgono molta attività di insegnamento, a cambiare quindi è lo stipendio.
Un ricercatore universitario può guadagnare dai 1.400 euro ai 1.900 euro al mese, in base al grado di anzianità.
Diverso il discorso per i professori dove gli associati arrivano a guadagnare intorno ai 2.300 euro al mese, mentre i professori ordinari anche 4.000 euro al mese.
Le maggiori differenze le riscontrano i professori a contratto, o in altre parole i liberi professionisti che hanno guadagni diversi in base al numero di università con cui collaborano e ai contratti che stipulano.
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