Come scegliere il giusto avvocato in 4 mosse

Isabella Policarpio

25 Giugno 2019 - 15:32

Come si sceglie l’avvocato più adatto alle proprie esigenze? Ecco 4 consigli pratici per essere sicuri di aver scelto un avvocato competente e adatto al caso nostro.

Come scegliere il giusto avvocato in 4 mosse

Come scegliere il giusto avvocato?

Decidere a quale avvocato rivolgersi non è una cosa semplice, soprattutto perché la concorrenza è molta e, dei moltissimi avvocati che sono presenti sul mercato, esistono svariati rami di specializzazione.

In questo articolo cercheremo di illustrare quali sono le cose da tenere in considerazione per scegliere in modo intelligente a quale avvocato rivolgersi.

Innanzitutto occorre circostanziare il nostro caso (ad esempio se si tratta di controversie tributarie, di diritto di famiglia, diatribe amministrative, ecc.) e, successivamente, cercare informazioni su Internet o chiedere consiglio a familiari e conoscenti.

Naturalmente, nessun consiglio può sostituirsi all’empatia e ai gusti personali; tuttavia, cerchiamo, adesso, di vedere i 4 punti fondamentali per scegliere l’avvocato più adatto ai nostri bisogni e alle nostre tasche.

Numero 1: la giusta specializzazione

Gli avvocati non sono tutti uguali. Anzi, più passano gli anni più aumentano i rami di specializzazione possibili. L’ambito legale, infatti, come molti altri, tende a diventare sempre più settoriale, per questa ragione non si può parlare genericamente di “avvocato” ma si dovrà dire avvocato penalista, civilista, amministrativista, ecc.

Dunque, la prima cosa da fare in assoluto è circostanziare la tipologia di controversia. Facciamo degli esempi. Se dobbiamo procedere alla separazione o al divorzio bisognerà rivolgersi ad un avvocato divorzista; se, invece, abbiamo un problema con il Fisco, occorrerà consultare un avvocato tributarista o amministrativista; mentre per controversie che riguardano successioni e testamenti ci si dovrà rivolgere ad un avvocato specializzato in diritto di famiglia.

La scelta dell’avvocato dipende anche dal grado di giudizio che il cliente deve affrontare: per esempio, il ricorso in Cassazione può essere fatto solo con l’assistenza di un avvocato iscritto nell’apposito albo dei Cassazionisti.

Numero 2: reputazione

Sicuramente tra le prime cose da valutare c’è la reputazione dell’avvocato. Grazie ad internet, è molto semplice farsi un’idea della persona cui ci si rivolge. Infatti, sui siti Internet degli studi legali c’è quasi sempre un’area dedicata alle recensioni dei clienti.

Quando possibile, è utile anche chiedere consiglio ad amici, parenti e conoscenti che hanno avuto a che fare con quell’avvocato.

Con questo consiglio, naturalmente, non si vuole in alcun modo sminuire il “sesto senso” del cliente e le impressioni personali del cliente. Infatti nulla toglie che un certo avvocato si riveli competente e professionale nonostante le recensioni negative.

Numero 3: esperienza sul campo

Valutare l’esperienza del professionista è fondamentale. Uno degli elementi più lampanti è l’eta dell’avvocato, certamente se è di giovane età non avrà accumulato un’esperienza significativa.

Ciò non toglie, però, che ci siano delle particolari controversie nelle quali gli avvocati più giovani potrebbero avere una marcia in più: ad esempio se il caso riguarda in qualche modo la tecnologia e l’utilizzo di Internet (ad esempio la diffamazione a mezzo Facebook) o reati di “nuova generazione” come lo stalking, la tutela del copyright, la diffusioni di virus e molti altri.

Numero 4: il compenso

Ultimo, ma non meno importante, elemento di valutazione dell’avvocato, è la parcella richiesta. Infatti, prima di intraprendere qualsiasi percorso legale, è necessario capire se si hanno a disposizione le risorse economiche per pagare quanto dovuto.

Gli avvocati sono tenuti a fornire al cliente un preventivo di spesa, che si basa sulla descrizione dei fatti riportata dal cliente. Tuttavia il prezzo potrebbe salire, anche sensibilmente, se il caso si dovesse rilevare più complesso del previsto. Le tariffe degli avvocati sono stabilite dal decreto 10 marzo 2014, n. 55, concernente la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense, ai sensi dell’articolo 13, comma 6, della legge 31 dicembre 2012, n. 247. (18G00062) (GU Serie Generale n.96 del 26-04-2018).

Qui il pdf del provvedimento in Gazzetta Ufficiale:

Tabelle nazionali retribuzione avvocati
Clicca qui per aprire il file

Dunque, il nostro consiglio è quello di rivolgersi a diversi professionisti e poi confrontare i preventivi di spesa.

Conclusioni

Per concludere, diciamo che scegliere l’avvocato di fiducia è un’operazione complicata, esattamente come scegliere un medico. La ricerca su Internet ed il colloquio preliminari sono fondamentali: permettono di vedere se c’è simpatia reciproca, proporre dubbi e domande e stabilire una strategia giudiziaria.

Il mandato dell’avvocato può essere revocato in ogni momento quando si rompe il rapporto di fiducia e non piace la linea difensiva.

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