Con le nuove chiusure, 15,5 miliardi di euro sono pronti ad aggiungersi alle già consistenti perdite segnate dalle attività commerciali in Italia. La preoccupante stima di Confcommercio
Gran parte d’Italia in zona rossa e una Pasqua che sarà segnata da un lockdown generalizzato sono misure destinate inevitabilmente a pesare sul commercio italiano.
O meglio, a pesare ulteriormente su un settore già tormentato dalla pandemia di coronavirus e dalle conseguenti restrizioni. Lo nota citando numeri precisi Confcommercio, che parla di ulteriori 15,5 miliardi di euro di perdite in arrivo dalle nuove chiusure scelte dall’esecutivo Draghi.
Da domani e fino al prossimo 6 aprile, per l’Italia si delinea uno scenario di chiusure e divieti che andranno a pesare ancora su negozi e attività, proprio in un periodo - quello delle festività pasquali - solitamente segnato da vendite in crescita.
Ma per quest’anno non sarà così, tanto che Confcommercio procede a un raffronto storico di periodo stimando una caduta del fatturato superiore al 30% del totale.
Confcommercio, ancora allarme: “Altri 15 miliardi di perdite”
Come prevedibile, non è certo il primo allarme che arriva da Confcommercio. A gennaio l’organismo diretto da Carlo Sangalli aveva quantificato il oltre 1 miliardo di euro il peso del coronavirus sulla spesa degli italiani durante i saldi.
Saldi che hanno fatto i conti con la zona rossa nazionale fino al 6 gennaio, per una parentesi di arancione di appena 24 ore il 4 gennaio.
E adesso, con le misure dell’esecutivo Draghi che sembrano in gran parte replicare uno schema simile per la Pasqua, la flessione attesa in termini di spese degli italiani è di almeno 15.5 miliardi.
Ulteriori perdite che vanno a pesare su un comparto messo in ginocchio dalla pandemia. In particolar modo - argomenta Confcommercio - per vestiario, mobili, bar e ristoranti e trasporti.
Ed è proprio il numero uno dell’organismo a parlare di strategie simili come “insostenibili”, anche considerando il ritardo degli indennizzi e misure di compensazione ancora poco chiare.
Ecco quindi che la richiesta è quella di un Decreto Sostegno che restituisca in primis “ossigeno alle imprese”, senza far registrare quei ritardi che hanno purtroppo caratterizzato molte degli interventi precedenti:
“In attesa che le vaccinazioni procedano a pieno regime, continua il ricorso ai lockdown, una strategia insostenibile per le imprese del terziario. Insostenibile perché tardano gli indennizzi dovuti e mancano ancora indicazioni sugli interventi per compensare le perdite di fatturato ormai ingenti. Chiediamo che il decreto Sostegno ridia effettivamente ossigeno alle imprese e non arrivi fuori tempo massimo,”
dichiara Carlo Sangalli.
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