Il video di Conte che esterna le sue preoccupazioni alla Merkel svela quello che era nell’aria da tempo: i 5 Stelle non sono mai usciti dalla campagna elettorale.
Alla fine è stato svelato quello che era un po’ il “segreto di Pulcinella”. Il problema sono sempre i numeri, ma non i “zero virgola” tanto chiacchierati del braccio di ferro con la Commissione Europea per la legge di Bilancio.
I numeri in questione, o meglio le percentuali, sono quelli snocciolati dai vari sondaggi che si sono susseguiti dopo le elezioni politiche dello scorso 4 marzo.
Quello che è stato confidato dal premier Giuseppe Conte alla cancelliera Angela Merkel e svelato dallo scoop di PiazzaPulita, lo si capiva da tempo vedendo come è cambiato l’atteggiamento del Movimento 5 Stelle.
La spia della gelosia e dei timori verso la Lega è stata l’accelerazione dei pentastellati sul Reddito di Cittadinanza, prima da fare solo dopo la riforma dei centri per l’impiego e poi diventata un’urgenza da approvare il prima possibile.
Conte e i timori dei 5 Stelle
“I sondaggi vanno giù per i 5 Stelle mentre Salvini è al 35-36 per cento. Il Movimento è in sofferenza, sono molto preoccupati, loro scendono a 27-26 per cento, quindi si chiedono quali sono i temi che ci possono aiutare in campagna elettorale”.
Nell’intimità della pausa caffè nel mezzo dei lavori del Forum di Davos, le telecamere de La7 hanno carpito la confidenza fatta da Giuseppe Conte a una molto interessata Angela Merkel.
Quello che ne esce fuori è un Movimento 5 Stelle spaventato dalla crescita dell’alleato di governo, alla ricerca quindi dei tasti giusti da dover toccare per poter recuperare terreno durante la campagna elettorale per le elezioni europee.
Guardando a ritroso in questi primi mesi del “governo del cambiamento”, si capisce anche dove può essere avvenuta questa sorta di epifania per i pentastellati. Per l’esattezza, il periodo in cui è stato indossato di nuovo l’elmetto appena smesso dopo il successo elettorale è l’inizio di luglio.
Il grafico sulla evoluzione dei sondaggi dal 4 marzo fino a oggi ci mostra come, proprio a inizio luglio, la Lega secondo le indagini avrebbe sorpassato i 5 Stelle nelle intenzioni di voto degli italiani.
Fino a quel momento, Luigi Di Maio ripeteva che in vista della legge di Bilancio da fare in autunno, la priorità sarebbe stata quella di mettere i soldi per la riforma dei centri per l’impiego, con il Reddito di Cittadinanza soltanto nel 2020.
In piena estate però è arrivata l’accelerazione: il Reddito va fatto subito, con Salvini di pari passo che ha chiesto di conseguenza di serrare i tempi anche la Quota 100. Il resto è storia recente con le due misure appena approvate con un apposito decreto e che prenderanno il via ad aprile.
Nonostante il via libera fin da subito al Reddito di Cittadinanza, il gap nei sondaggi tra Lega e Movimento 5 Stelle sarebbe aumentato stando a quanto detto da Conte. I pentastellati quindi adesso starebbero cercando di capire su quali altri temi cercare di fare leva (Francia cattiva?).
Il problema di fondo però è che chi governa dovrebbe farlo pensando solo al bene del paese e non alle percentuali dei sondaggi. L’Italia ha fatto un pericoloso azzardo nella manovra, che potrebbe essere pagato a caro prezzo dai cittadini vedi clausole di salvaguardia e ipotesi di una manovra correttiva.
L’aver voluto forzare la mano, con conseguente crisi anche dello spread, solo per recuperare nei sondaggi potrebbe essere un atto di grande scelleratezza politica, senza poi ottenere i risultati sperati visto che la Lega ormai è sempre più il primo partito del paese.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti